Correva l'anno 1946

Il 1946 a Corigliano Calabro

Il 1946 a Corigliano comincia con un grande "veglione". Organizzato dal periodico "II Popolano", che da poche settimane ha ripreso le pubblicazioni dopo la sospensione del 1932, si svolge in un "vastissimo" salone del ginnasio Garopoli, trasformato - ci informa un cronista del tempo - "in una incantevole serra, adorna di palme e fiori freschi, con bellissimi effetti di luce provocati da una lunga teoria di lampioncini alla veneziana". La musica è assicurata "dall'Orchestrina Coriglianese diretta da Totonno Gallina e rinforzata dalla valente tromba di Francesco Vacca". Le danze, animatissime, si interrompono solo in occasione delle "canzoni cantate dalle signorine Maria ed Elena Cardamone e dalla signora Alexa De Rosis". Il momento culminante della serata è l’elezione a Reginetta della festa della signorina Miriam Slaviero, cognata dell'avv. Poppino Fino, con la quale ha "l'onore di fare il primo ballo l'amico Armando De Rosis". Anche lo sport muove i primi passi. Il 31 dicembre la squadra del Corigliano viene sonoramente battuta al "Maria De Rosis" di Rossano per 5 - O, ma non ci sono polemiche, la competizione "davanti ad un pubblico foltissimo è stata cavalleresca". Pochi giorni dopo il derby Corigliano - Scalo, disputato su un campo improvvisato alla Stazione termina 2-1 per i locali. Si fanno notare, per il Corigliano, Malagrinò e De Gaetano, mentre per lo Scalo i migliori sono i terzini De Pasquale e Oreste. Ma le feste e lo sport, che coinvolgono solo determinati - e circoscritti - ceti sociali, non riescono a far dimenticare la difficile situazione in cui versa l'intera città. La stessa sera in cui al Garopoli si festeggia, il sub-commissario Francesco Dima convoca al Comune maggiori produttori cerealicoli. Manca il pane, a causa di un fermo nella fornitura di farina da parte della Prefettura di Cosenza, e bisogna provvedere con "ogni mezzo" per evitare disordini. All'appello rispondono casa Compagna con 15 quintali di grano ed i fratelli Rizzo con 10 quintali; altri promettono invii per i giorni seguenti. I prezzi dei generi di largo consumo aumentano in continuazione. Il pane è arrivato a costare 100 lire al chilo (tre volte in più che nel 1944), un litro di latte 40 lire, di vino 80 e d'olio oltre 300 lire, mentre la paga di un operaio - quando riesce a trovare lavoro -è solo di 200 lire al giorno. Ci sono poi i problemi più generali,ma non per questo meno pesanti. Innanzitutto quello dell'acqua. I lavori dell'acquedotto consortile Corigliano-Rossano sono stati bloccati dalla guerra. Molti quartieri cittadini restano spesso completamente a secco, i residenti allo Scalo e a Schiavonea sono costretti "in pieno secolo ventesimo ad attingere ancora dai pozzi". La luce elettrica è un "vero e proprio tormento", ad ogni stormir di fronda si interrompe e tutti devono ripiegare su candele e lumi a petrolio. Pesante il problema dei trasporti. Il tratto Centro-Scalo, frequentatissimo per 20 ore su 24, è diventato a causa della scarsa manutenzione come "il letto di un fiume dopo la piena". Per andare a Cosenza col treno si parte dalle sette e un quarto del mattino e si arriva alle otto di sera, poiché non c'è una coincidenza a Sibari. II quadro poco felice è aggravato dalla mancanze di case. Il ritorno di partigiani, reduci ed ex combattenti, nell'estate precedente, ha peggiorato la situazione. Il blocco dell'emigrazione, negli anni trenta, aveva costretto a coabitazioni forzate. In un solo locale convivono anche 7 o 8 persone, con enormi problemi igienici. Politicamente, la situazione è tesissima. L'11 novembre '45 c'era stato un vero e proprio "assalto" di gruppi della destra estrema ai locali dell'ex "dopolavoro", in Piazza del Popolo, occupati dalla sezione del PCI e dalla Camera del Lavoro. Solo per caso non ne era scaturita una strage. Il sindaco Giovan Battista Policastri ed il maresciallo dei carabinieri erano stati destituiti e in città era rimasto un lungo strascico di aspre polemiche, con episodi di bastonature che la destra non esitava ad attribuire a "mazzieri" della sinistra. Al comune era stato inviato come Commissario Eugenio Cerulo, mentre il dottor Francesco Dima, era il suo vice. In questo clima arriva la notizia che il Governo ha indetto le elezioni amministrative: il 17 marzo a Corigliano si potrà tornare alla libera consultazione popolare, dopo che il regime fascista nel 1926 aveva soppresso le rappresentanze democraticamente elette sostituendole con la figura del "podestà" nominato dall'alto. L'ultima libera elezione a Corigliano era stata quella del 9 aprile 1922, in seguito alla quale era stato eletto sindaco l'avv. Giuseppe Tricarico, che si dimetteva dopo pochi mesi e veniva sostituito dall'avv. Giuseppe Caracciolo. La struttura comunale si fa trovare pronta all'appuntamento. Per un intero anno sei impiegati hanno lavorato alla compilazione delle liste elettorali. La grande novità è che potranno votare - per la prima volta nella storia dell'Italia unita - anche le donne. Ed a Corigliano le donne elettrici risultano subito in maggioranza rispetto agli uomini. Infatti su 9451 elettori (che debbono aver computo i 21 anni per poter votare) le donne sono 5126. Le sezioni elettorali sono 10, tutte collocate nel centro. Gli elettori di Schiavonea e della Stazione votano nella nona sezione, situata nel ginnasio Garopoli, insieme agli abitanti di via e vicoli Margherita: in tutto 975 elettori. A Corigliano, comune sotto i 30.000 abitanti, si vota con il sistema maggioritario: chi prende più voti conquista 24 dei 30 seggi disponibili in consiglio comunale. Questo favorisce i raggruppamenti e cosi, il 14 febbraio, termine ultimo per la presentazione, sono solo due le liste in lotta. La prima, con il simbolo della croce, è guidata da Giovan Battista Policastri e raggruppa democristiani, liberali, monarchici, qualunquisti e unionisti. La seconda ha per simbolo la sveglia e vede alleati socialisti, comunisti , repubblicani e azionisti; capolista è l'avv . Cesare De Novellis. G. B. Policastri, esponente di punta del Partito Liberale, grazie ai suoi ottimi rapporti con F. Dima, uno dei fondatori della Democrazia Cristiana locale, è riuscito a "chiudere" l'accordo che raggruppa tutti i moderati senza eccessive difficoltà, puntando sulla paura del comunismo e sulla comune difesa della proprietà privata minacciata dall'eventuale vittoria dei "rossi". La sinistra è furibonda per quello che considera un tradimento della vocazione popolare della democrazia cristiana e definisce l'accordo un osceno connubio: "II popolo sano, onesto, lavoratore, ligio alle tradizioni religiose e familiari si domanda: perché la Democrazia Cristiana, se non voleva unirsi agli altri partiti, non ha formato una lista indipendente? E si che elementi nuovi, non bacati, indipendenti, intelligenti ed operosi ve ne sono nelle proprie file! Era necessario compromettersi? a quale fine? a quale scopo? A quello da servire da sgabello e di base ai reazionari! Ma il popolo saprà comprendere e decidere!" (La sveglia, 8 marzo '46). Un altro decisivo aiuto al centro destra arriva dalla Prefettura di Cosenza. Il 1°febbraio Francesco Dima è nominato Commissario al Comune e si accinge quindi ad affrontare la contesa elettorale da una posizione di grande vantaggio. Una clamorosa iniziativa del neocommissario è quella di cedere ai Padri Minimi la chiesa di S. Francesco, che era stata acquistata dal Comune nel 1866, dopo i provvedimenti di soppressione delle corporazioni religiose adottate dai governi post-unitari. Un tentativo di resistenza alla decisione commissariale da parte del vescovo di Rossano e di don Antonio Colosimo, ultimo rettore della chiesa, viene rapidamente spazzato via in nome degli evidenti vantaggi politici che la decisione non mancherà di apportare allo schieramento moderato. La campagna elettorale è violentissima. Comizi e manifestazioni pubbliche si susseguono senza tregua. Il 10 marzo arriva a Corigliano Rita Montagnana, la moglie di Palmiro Togliatti. E' il momento principale della campagna elettorale della sinistra. L'esponente comunista gira per i quartieri popolari in un tripudio di bandiere rosse, canti e slogan contro fascisti e reazionari. Sul Cor Bonum così l'avvenimento viene sbeffeggiato in rima:

 

Ccu tammurri e ccu clarini,

ccu bandieri e cartilluni,

ronna Rita ccu Sturini

ha girat'u Mailluni.

S'è firmata a S. Francischi

ccu ra mandria ch'i siguìa,

picchi l'aria apert'e frischi

ni purtava i fissarìa.

Quattri tavuli ammintati

ccu na zich'i ciralacca,

ccu pizzulli cummigghiati

nani fatti 'na barracca.

Supa'a chista c'è nchianata

nturnuiata ri bandieri

ronna Rita e ra Magnata

e Sturini cchu bicchieri.

 

Non sono i primi versi, e non saranno gli ultimi. In quella campagna elettorale e nelle successive - la satira e la presa in giro degli avversari politici si serve largamente dell'arma della poesia satirica, grazie alla presenza nei due opposti schieramenti di alcuni ottimi "verseggiatori" che dalle colonne della stampa locale si punzecchiano senza tregua. Accanto a comizi e manifestazioni pubbliche, infatti, un ruolo importante è svolto dalla stampa locale. Dal novembre '45 si pubblica il "Cor Bonum", fondato da G.B. Policastri e diretto da Francesco Dima. Un mese dopo, il 16 dicembre, ha ripreso le pubblicazioni, con cadenza settimanale il Popolano", il quale non si schiera apertamente, ma appare evidente il suo appoggio ai moderati. La sinistra risponde con la "Sveglia", quattro numeri unici pubblicati dal 24 febbraio al 12 marzo, ognuno curato da uno dei partiti dell'alleanza elettorale. Il duello in punta di fioretto è ben presto superato e si passa alle sciabolate e ai colpi bassi. Il Cor Bonum non esita a pubblicare in prima pagina un vecchio esposto dei partiti della sinistra contro il "compagno" Mimmo Storino, accusato di lucrare illecitamente sulla gestione degli ammassi. O addirittura ad accusare di "atti osceni" il socialista Eugenio Alice. La risposta della Sveglia prende a bersaglio il Policastri: "Perché il Policastri, si è deciso per la Monarchia e non per la Repubblica? Perché con la Repubblica nessuno gli potrebbe dare l'ambito titolo di Duca di Corigliano e quindi l'orto non sarebbe più del Duca ma del popolo per le case del popolo", alludendo ad una presunta occupazione abusiva dei Policastri dell'Orto del Duca, un terreno situato sotto il convento dei Riformati. Vengono inoltre denunciate "intimidazioni, minacce, violenze, coartazioni in danno degli elettori, ingiurie e calunnie contro i nostri uomini. Gli agrari e i loro emissari regalano vino e formaggi, promettono carne e farina". Al di là delle schermaglie verbali, il grande dubbio che attanaglia tutti è: andranno a votare le donne? E come voteranno? In teoria non ci dovrebbero essere dubbi, visto che uno dei simboli in lotta è rappresentato da una "croce". Ma nei quartieri popolari le donne stanno dando inattesi segnali di combattiva presenza a fianco dello schieramento di sinistra. Gli appelli così si moltiplicano. Il Cor Bonum è sbrigativo: "Le donne dovranno compiere il loro dovere, non solo civico ma anche morale, per debellare completamente i partiti dell'anticristo". "Donne, state in guardia, - ribatte sulla Sveglia Erminia Quintieri- quel segno non è altro che un richiamo di cardellini, ossia un po' di miele per attirare le mosche, le quali, con false promesse e minacce, vengono obbligate a votare per i nemici dei poveri e della vera croce cristiana". Un momento di pausa è dato dal carnevale, che cade nei primi giorni di marzo. Per la prima volta dopo molti anni ricompaiono nelle strade le "quadriglie", gruppi mascherati con i caratteristici "costumi variopinti dai colori più vivaci". Si distingue per brio e fantasia la "quadriglia" organizzata da Giovanni Laudonio. E viene anche ripresa la tradizionale "papera", un gioco carnevalesco che, disputato tra parecchi avversari, consiste nel decapitare, galoppando a tutta velocità sopra un cavallo, un montone pendente in aria. "Il vincitore, colui che riesce a far cadere la testa della bestia, viene accompagnato in trionfo dagli altri cavalieri per le vie della città, recando come trofeo la testa medesima infissa sulla propria sciabola". Ma si tratta solo di una breve parentesi di serenità. Il clima è pesante. In città, per prevenire possibili disordini, sono affluiti reparti di carabinieri e truppe scelte. Finalmente la mattina del 17 marzo, è domenica, si va alle urne. Fin dalle primissime ore Corigliano assume l'aspetto delle grandi occasioni. "Si nota - descrive il cronista del Popolano - ovunque, nelle piazze, per le vie, nei caffè, nei negozi, dappertutto, un'agitazione insolita, un via vai eccezionale di gente che ricordava le grandi feste... Le dieci sezioni elettorali nelle prime ore sono già gremite di folla. Gente che affluiva dalla montagna, dalla marina, dai quartieri periferici di Ponte Margherita, Carmine, Stazione, andava sparpagliandosi per riversarsi nelle varie sale delle urne ... Macchine piene di elettori che si incrociano vuotando e rifacendo il proprio carico, autocarri provenienti dalle zone più lontane che vomitano uomini e donne a non finire; era tutto uno spettacolo veramente interessante e suggestivo ... Di tanto in tanto erompono dalla folla grida di viva la croce, a cui fanno eco altre di viva la sveglia". Alle dieci di sera le urne vengono chiuse. Lo scrutinio, effettuato il giorno dopo, conferma quello che si era già capito fin dai giorni precedenti, anche senza sondaggi: ha vinto nettamente il centro-destra, con 4306 voti contro 2485. Dopo pochi giorni si insedia il Consiglio Comunale. Cesare De Novellis chiede che le elezioni vengano invalidate per i troppi episodi di corruzione e di coartazione del voto che si sono registrati in città, ma la proposta non ha seguito. Giovan Battista Policastri viene eletto sindaco con 23 voti sui 24 disponibili per la maggioranza. L'esigua minoranza, sei consiglieri, si accinge ad una strenua opposizione e comincia a prepararsi per la rivincita. L'occasione verrà presto. Il 2 giugno si terrà il referendum costituzionale e si eleggeranno i membri dell'assemblea costituente. 

Enzo Viteritti

(gennaio 1946)

Servono alberghi!

Oggi Schiavonea è un villaggio di circa 2000 persone; d'estate al tempo dei bagni, questa popolazione si moltìplica inverosimilmente. Vi sono belle e comode case, altre se ne costruiscono ogni giorno. Ma per uno sviluppo duraturo s'impone la necessità di alberghi con numerose stanze e convenienti conforti. In nessun posto come nella Schiavonea si può risolvere un simile problema. Vi è il Quadrato, vi è il grande fabbricato Compagna abbandonato; in questi edifici si potrebbero fare alberghi, ritrovi, caffè che non avrebbero riscontro altrove. Che cosa aspettano gli speculatori! di Corigliano, gli albergatori di Cosenza a.risolvere un simile problema? La Schiavonea non è un luogo delizioso soltanto d'estate, ma lo sarebbe anche d'inverno: aria tiepida, paradiso di cacciatori, ricchezza di prodotti agricoli e della pesca invoglierebbero molti a passare qualche mese d'inverno nella bella spiaggia. 

 

Gli spettacoli teatrali

Nella prima decade di gennaio Corigliano avrà il piacere di ospitare, per la prima volta, la primaria compagnia di "Commedie comiche" di Peppino de Filippo,il grande artista napoletano,tanto noto nel campo cinematografico e, maggiormente, in quello teatrale. E' l'indimenticabile protagonista di 'A che servono questi quattrini", "In campagna è caduta una stella”, "Non mi muovo" e di una lunga serie di brillantissime e allegre commedie.

 

Disservizio ferroviario

Non sappiamo spiegarci perché il treno .che passa da Corigliano alle 7,15 non debba fare coincidenza con quello che va a Cosenza obbligando così il povero viaggiatore a sostare nella stazione di Sibari per ben otto ore, specie in questo periodo rigido in cui la sosta non'è proprio piacevole, tanto più che non vi è alcun ristoro per rendere tollerabile l'attesa. E così il viaggiatore arriva a Cosenza verso le ore 18, quando la giornata è finita da un pezzo e si corre il pericolo di rimanere anche senza alloggio. L’indomani il viaggiatore cerca di sbrigare alla meglio i suoi affari e con santa pazienza e rassegnazione deve trascorrere l'intera giornata nel capoluogo, per poi ripartire il terzo giorno con l'unico treno delle ore 6. Ma non finisce qui la sua odissea: arrivato a Sibari deve ancora attendere fino alle ore 15 per poter finalmente tornare a casa. 

(Il Popolano N.1 del 1 gennaio 1946)

 Strada statale 106
E' veramente deplorevole il triste abbandono in cui trovasi ormai, da qualche anno, il tratto di strada Corigliano Città - Corigliano scalo. Molti anni fa questa strada era stataasfaltata ed alberata, veniva mantenuta con cura, e costituiva un vero motivo d'orgoglio per la nostra città. Il traffico che su di essa si svolge, quasi senza interruzione, per almeno 20 ore su 24 della giornata, è addirittura sorprendente. Fin dalle primissime ore mattutine ha inizio il percorso di lunghe e interminabili teorie di veicoli d'ogni genere, il cui ritmo va man mano accentuandosi per diminuire un po' verso le ore dieci e riprendere poi più intenso nelle ore pomeridiane, con prosecuzionefino a tarda ora della notte. Solo chi non ha mai assistito a tale traffico non può credere alla sua formidabile e intensa mole che non ha l'eguale in tutti gli altri paesi della Calabria. Solo attraverso questo traffico i forestieri potranno avere un'idea della vita attiva ed operosa che vive questa nostra popolosa cittadina di ventimila abitanti che esporta prodotti d'ogni genere: dall'olio agli agrumi, dai cereali alla verdura, dalla frutta ai prodotti ittici. Ogni zona, ogni angolo del suo immenso territorio è centro divita, è ricchezza. E' quindi evidente quale importanza vitale abbia per Corigliano questo tratto di strada di circa 5 chilometri, che ora è diventato come il letto di un fiume dopo la piena. 

(Il Popolano N. 2 del 6 gennaio 1946)

 Sport: attività locale

Domenica scorsa sull'improvvisato campo della stazione, il nostro "undici" ha incontrato in una partita amichevole la squadra dello Scalo. L'incontro, che ha richiamato un numeroso pubblico, è terminato con il punteggio di 2 a 1 a favore dei locali, i quali hanno dimostrato una maggiore incisività in tutti i reparti. Superba e degna di lode le prestazioni del non mai vecchio Malagrinò e di De Gaetano, che a nostro avviso sono stati i migliori in campo. Dello Scalo ci sono piaciuti il portiere, un giovane che promette bene e i terzini De Pasquale e Oreste. Ha diretto l'incontro il sig. Sosto che, tranne qualche svista sotto porta, ha tenuto bene in pugno la partita, assolutamente priva di ìncidenti notevoli.

(Il Popolano N. 4 del 20 gennaio 1946)

II nostro telefono

E' da più tempo che la cittadinanza tutta reclama il ripristino del telefono che, nelle condizioni attuali, fa davvero pietà e la società continua a rimanere sorda all'invito. Quanta pazienza negli animi dei Coriglianesi che, dopo un'attesa di varie ore (e non esagero se parlo di giorni) in quella specie di centrale, si sentono rispondere dal telefonista: la linea è interrotta, le pile sono scariche, Cosenza non risponde, i fili fanno contatto, e così via di seguito. E oltre a ciò, è permesso chiedere perché mai in sostituzione della linea privata, sempre guasta, non può far servizio la linea di Acri, appartenente allo Stato? E'mai possibile che tra i tanti guai di cui ci vediamo circondati, dobbiamo annoverare anche questo?                   (Il Popolano N. 5 del 27 gennaio 1946) 

(febbraio 1946)

Il 17 marzo si vota

È stato pubblicato il decreto che fissa al 17 del prossimo mese di marzo le elezioni per la rinnovazione democratica dell’amministrazione della nostra città. Gli elettori chiamati alle urne sono 9544, di cui 4266 uomini e 5178 donne, suddivise in dieci sezioni site: una nel Palazzo Municipale, una nella sala di musica, in Via Pometti, due nell’edificio scolastico delle Clarisse, una nella Pretura, una nella Conciliazione, due nell’edificio scolastico di S. Francesco e due nel Ginnasio Garopoli.

Il sistema di votazione è un poco complicato, specie per la nostra popolazione, tra cui gli analfabeti sono numerosi. Sarà adottata, infatti, per la prima volta, la scheda di stato, che comprende tutte le liste in lizza; ciascuna lista è sormontata da un contrassegno: a fianco di detto contrassegno e del nome di ciascun candidato si trova un quadratino, destinato a raccogliere la preferenza dell’elettore.

Quando costui si reca a votare, riceve la scheda ed un lapis, si ritira in cabina per esprimere il suo voto. Se intende votare tutta la lista preferita, appone col lapis un segno di croce nel quadratino situato a fianco del contrassegno; se, invece, vuole dare il suo suffragio a singoli candidati, fa il segno di croce nel quadratino posto a fianco del nome preferito. Ogni elettore può votare per non meno di sei candidati e per non più di ventiquattro, scegliendoli nelle liste contenute nella scheda, nel modo sopraindicato. Il sistema di votazione adottato contiene un grave inconveniente, in quanto costringe l’analfabeta a votare l’intera lista, che può identificare dal contrassegno, ma non per i singoli candidati, i cui nomi non sa leggere o, comunque, distinguere. Resta da vedere se l’analfabeta può essere compreso in quella categoria di votanti, che, con l’autorizzazione del Presidente del Seggio, ha la facoltà di farsi accompagnare in cabina ed aiutare ad esprimere il voto da persone di sua fiducia. Nella nostra città si prevede che due saranno le liste in lotta: quella del blocco dei partiti di sinistra e quella del blocco degli uomini dell’ordine. Non riteniamo vi possa essere lista di indipendenti, che non avrebbe alcuna probabilità di raccogliere cospicui suffragi.

Si prevede che le elezioni si svolgeranno con calma e disciplina e con rispetto reciproco da parte dei due blocchi opposti. Comunque imponenti forze di polizia – carabinieri, agenti di P.S., militari del R.E. in servizio ausiliario – dotate di armi modernissime e di mezzi motorizzati-autocarri, furgoni della polizia, gyps, e motociclette assicurano, nella maniera più completa ed assoluta l’ordine pubblico e la piena libertà del voto.

Speriamo che gli elettori sappiano corrispondere al desiderio ed alla giusta aspirazione della nostra popolazione, ricordandoci tutti che ogni programma di ricostruzione economica, sociale, finanziaria sarà vano se non sarà sostenuto da un principio morale, il quale, come ha detto il Presidente del Consiglio De Gasperi a Napoli, “consiste nel miglioramento del nostro popolo, nell’adamantina purezza della nostra burocrazia e nella probità ed onestà in ogni ramo della nostra amministrazione”.

Ogni cittadino che abbia indiscutibili questi requisiti di probità e d’onestà può giustamente e legittimamente aspirare all’amministrazione del nostro paese.

(Cor Bonum n. 3 del 3 febbraio 1946)

Il 17 marzo: si vota

Con la presentazione delle liste, avvenuta il 14 corrente, si è iniziata la campagna elettorale.

Come avevamo previsto, le liste in lizza sono due: quella social comunista, che comprende pure qualche elemento del minuscolo partito d’azione e di quello repubblicano e la lista liberale-democristiana che comprende qualunquisti, unionista, monarchici ed indipendenti.

Quest’ultima lista comprende 24 nomi, mentre quella social comunista ne comprende 22, perché due candidati – i compagni Mazziotti e Marchese – sono stati esclusi dalla Commissione elettorale Presieduta dal Pretore.

Sia nell’una che nell’altra lista figurano professionisti, insegnanti, negozianti, agricoltori ed artigiani...

Ecco, intanto, le due liste ed alcune utili illustrazioni del sistema di votazione:

AVVERTENZA

1.    Ciascun elettore ha diritto di votare per un numero massimo di 24 candidati e un minimo di 6

2.    Il voto si esprime lasciando il segno di croce(X) nelle apposite caselle a fianco dei nomi prescelti. È consentito l’espressione del voto tracciando il segno di croce a fianco del contrassegno di liste: in tal caso il voto si intende dato a tutti i candidati compresi nella lista salvo quelli cancellati dall’elettore.

3.    L’elettore che ha contrassegnato una lista può votare anche per i singoli candidati compresi in altre liste; apponendo il segno di croce nella casella posta a fianco dei rispettivi nomi, purché il numero dei voti complessivamente attribuiti non ecceda quello indicato nel n.1.

A tal fine :

a)    Se la lista prescelta non è completa, l’elettore potrà ripartire tra le altre liste i voti che ancora rimanessero disponibili:

b)    Se la lista prescelta ha il numero massimo di candidati, o se, essendo la lista completa, il numero dei candidati in essa compresi ecceda, con l’aggiunta dei voti attribuiti individualmente a candidati di altre liste, il limite massimo per il quale l’elettore può votare, questi dovrà procedere alla cancellazione di tanti nomi(mediante un tratto matite) quanti ne occorrono per contenere nel limite predetto il numero dei voti attribuiti.

4. È nulla la scheda che contenga un numero di voti superiore a quello indicato nell’avvertenza n.1                                                  Cor Bonum n.4 del 17 febbraio 1946

 

Biblioteca del Garopoli

Per vivo interessamento del nostro carissimo amico prof. Fortunato Bruno sta sorgendo presso il nostro liceo una ricca biblioteca. Per poter sopperire all'ingente spesa che essa oggi sarebbe costata, il prof. Bruno ha avuto la genialissima idea di inviare a tutti gli amici Coriglianesi una lettera circolare con la quale, tra l'altro, si chiede “un'opera, un volume di letteratura o scienze o amena lettura, un manuale qualsiasi, un libro, un libretto, un opuscolo o, in mancanza, anche un'offerta in denaro" Apprendiamo con vivo piacere che già in questi giorni parecchi volumi sono stati fatti, pervenire al Liceo, e che si è raggiunta anche una discreta somma.                                 (Il Piopolano n. 9 del 24 febbraio 1946) 

(marzo 1946)

Il 17/3/1946 si svolgono a Corigliano Calabro le prime elezioni comunali. Gli schieramenti principali sono due. Uno di centro-destra, denominato Croce, e l'altro di sinistra, denominato Sveglia. Vince nettamente lo schieramento denominato Croce. Così i voti per singole sezioni:

  Croce        Sveglia       
I    sez. 400   315
II   sez. 460   234
III  sez. 536   229
IV   sez. 437   300
V    sez. 360   361
VI   sez. 449   262
VII  sez. 405   196
VIII sez. 329   256
IX   sez. 490   158
X    sez. 440   174
  4306   2485
 

Il Sindaco è Giovan Battista Policastri, avvocato,la giunta è composta da 6 membri, 4 effettivi (i primi 4 del seguente elenco) e 2 supplenti :

Attanasio Alessandro  avvocato
Dima Francesco  medico
Avella Saverio  medico
Gallina Vincenzo  imprenditore edile
Funaro Giovanni  sarto
De Rosis Alessandro  insegnante

La lista Croce esprime 24 consiglieri comunali

Cognome nome professione voti
Attanasio Alessandro  avvocato 4661
Dima Francesco  medico 4627
Marino Giovanni Battista medico 4623
De Rosis Alessandro  insegnante 4616
Cimino Giorgio  direttore agenzia trasporti 4615
Avella Saverio medico 4614
De Novellis Guglielmo assicuratore 4604
Gallina Vincenzo imprenditore edile 4603
Godino Alfonso commerciante 4600
Nocito Giuseppe artigiano 4599
Policastri Giovanni Battista avvocato 4599
Cosentino Francesco  commerciante 4598
Funaro Giovanni  sarto 4598
Nigro Casimiro geometra 4594
Sangregorio Gabriele commerciante 4593
Candia Carmine  falegname 4592
Mingrone Antonio commerciante 4592
Pirri Antonio commerciante 4591
Pizzo Antonio commerciante 4588
Gentile Leonardo  pescivendolo 4585
Mollo Giovanni proprietario terriero 4579
Stasi Giovanni proprietario terriero 4577
Martilotti Giglio pescivendolo 4572
Policastri Domenico commerciante 4532

La lista Sveglia esprime 6 consiglieri comunali :

De Novellis Cesare avvocato 2633
Cavalieri Libero medico 2608
Garasto Salvatore insegnante 2604
Milillo Pasquale ragioniere 2601
Amato Raffaele insegnante 2593
Amato Rodolfo insegnante 2590

N.B.

I voti dei singoli consiglieri sono espressi come somma dei voti di "Preferenze" e quelli del partito di appartenenza(Lista Croce 4306 e Lista Sveglia 2485)

Es. Pirri Antonio: 285(preferenze)+4306(partito)=4591

(L'8 aprile 1952, quando il sindaco Giovan Battista Policastri relazionerà sull'attività svolta nei sei anni dalla sua amministrazione, il Consiglio risulterà di 25 componenti per le dimissioni di Francesco Dima, Guglielmo De Novellisi e Salvatore Garasto e per la scomparsa di Cesare De Novellis e Rodolfo Amato)

L’insediamento del Consiglio Comunale

Sono le 10. Il pubblico comincia ad affluire nel Palazzo Municipale. Pensiamo che la partecipazione di tanta gente per assistere all’insediamento del primo consiglio comunale sia dovuta essenzialmente a due fattori:

1.       La gioia per gli anziani di rivedere in funzione l’organismo che è pura espressione di vita democratica, e che, dopo venticinque anni, riprende le sue funzioni per affrontare e risolvere tutti i problemi vitali per la nostra città;

2.       La curiosità nei giovani, che, cresciuti nell’era fascista, non hanno avuto modo di conoscere quanto bene rechi questa forma democratica di amministrazione.

In tutti coloro che affollano il salone del consiglio, si nota una gioia incontenibile, allorché cominciano ad entrare i primi consiglieri. I liberali, seguiti da un gruppetto di democristiani, sono i primi a prender posto.

Alle 10:10, capeggiati dall’avvocato De Novellis, entrano i componenti dell’opposizione.

Prendono posto al tavolo in fondo alla sinistra di chi presiede il consiglio. Alle 10:15 tutti i 30 Consiglieri sono presenti.

Ancora qualche minuto di attesa e poi si dà inizio alle formalità di rito.

Nel Gabinetto del Segretario Capo del Comune, i 30 consiglieri eletti, alla presenza del Commissario Dima, vengono sottoposti alla prova grafica. Detta operazione prende circa 40 minuti; cosa che impazientisce il pubblico, il quale incomincia a diventare rumoroso. Il silenzio più assoluto ritorna nell’aula allorché il Commissario Dima si avvicina al tavolo presidenziale per prendere la parola e fra l’altro dice:

È motivo di intima grande soddisfazione l’altissimo onore toccatomi di dover insediare questo nobile Consiglio Comunale voluto ed eletto dalla volontà del popolo di Corigliano. Prosegue dicendo che, da parte sua, durante la sua gestione commissariale, nulla è stato tralasciato affinché la nostra città sentisse il meno possibile le privazioni e le mancanze a cui vengono giornalmente sottoposte le popolazioni di tutte le città d’Italia; e che è lieto di poter sottoporre al più oculato controllo il suo operato. Finisce invitando tutti alla pace e all’abbandono delle lotte personali, non essendo queste di buon auspicio per il bene supremo della cittadinanza coriglianese. Pronunciata la formula di rito, dichiara insediato il consiglio. Va alla presidenza l’avvocato Attanasio che è il consigliere della maggioranza che ha goduto di più voti. Prende la parola e formula voti augurali per il bene e l’avvenire di Corigliano. A questo punto, chiede ed ottiene la parola il prof. Amato, componente l’opposizione; il quale, fra l’altro dice: Noi dell’opposizione saremo lieti di collaborare con la maggioranza ogni qual volta vi saranno proposte e provvedimenti da adottare che torneranno a tutto vantaggio del popolo di Corigliano.

Appena terminato il discorso del professore Amato il presidente procede alla lettura della legge riguardante l’ineleggibilità dei consiglieri. Unanimamente si conviene che, fra i trenta consiglieri eletti, non vi sono elementi verso i quali, possono essere adottati gli anzidetti provvedimenti.

Si pensa quindi alle elezioni del Sindaco. Con 23 voti contro 6 astenuti viene eletto l’avv. Giovan Battista Policastri.

A questo punto il pubblico, che fino a questo momento era rimasto nell’assoluto silenzio, prorompe in un prolungato e scrosciante applauso. Visibilmente commosso, l’avv. Policastri si alza dal posto che aveva occupato sin dalla sua entrata nell’aula, si porta al tavolo di centro e prende la parola:

Sono orgoglioso e commosso per la prova di stima e di affetto che mi avete voluto riservare; ma la mia letizia è più grande per questo ritorno alla vita civile e democratica che è stata la nostra speranza per oltre 20 anni. L’avvenire dirà se voi, elevandomi all’altissima carica di Sindaco della nostra città, avete fatto una scelta felice.

Ad ogni modo, vi posso assicurare che la scelta è caduta sopra un uomo, che sente profondo l’attaccamento al proprio dovere ed al proprio paese, che vuole vedere prospero e felice.

I problemi che aspettano la nuova amministrazione sono grandissimi e pieni di ostacoli e di difficoltà. Se la vostra collaborazione mi assisterà, noi supereremo ogni ostacolo. Quando parlo di collaborazione, intendo parlare non solo della collaborazione della maggioranza, ma anche di quella della minoranza, perché in essa non mancano gli uomini capaci. Sono perfettamente d’accordo con la minoranza, quando dice che la nostra opera deve essere diretta soprattutto all’elevazione morale e materiale della classe lavoratrice. Tutti sanno che noi siamo lavoratori, figli di lavoratori ed ecco perché, noi come e più degli altri, conosciamo i bisogni e le aspirazioni di detta classe. Finite le elezioni tutti i contrasti debbono cessare e non devono lasciare alcuna traccia. Si ritorni alla tranquillità ed alla collaborazione, elementi necessari per far fronte ai gravi compiti che ci aspettano.

Lavoriamo sereni concordi e vicini per fronteggiare questi ostacolo e che Iddio ci illumini e ci assista nella dura fatica, che oggi intraprendiamo.

Procedendo poi, alla nomina degli assessori sono stati eletti effettivi i sigg. Dima dott. Francesco, Attanasio avv. Alessandro, Avella dott. Saverio, Gallina sig. Vincenzo, e supplenti : i sigg prof. De Rosis Alessandro e Funaro Giovanni. 

Alle 12:30 veniva sciolta la prima seduta del Consiglio Comunale.   (Cor Bonum n.9 del 27 marzo 1946)

Dopo 78 anni, La Chiesa di S. Francesco ritorna ai Padri Minimi

Pubblichiamo la deliberazione n. 62 adottata dal Commissario Prefettizio del Comune per la Cessione all’ordine dei frati di S. Francesco di Paola della Chiesa di S. Francesco di questa città :

L’anno millenovecentoquarantasei il giorno due del mese di marzo in Corigliano Calabro e nella Segreteria Comunale, Il Commissario Prefettizio, dott. Dima Francesco, per la temporanea amministrazione del comune suddetto, assistito dal Vice Segretario Capo sig. Vincenzo Marino;

Facendosi interprete dei sentimenti dell’intera popolazione, sentimenti che trovano riscontro nella secolare tradizione che ha tenuto e tiene sempre vivo nel cuore di tutti il prefetto zelo di devozione a pro del nostro Santo Padre e Protettore S. Francesco di Paola;

Considerando che anche dopo le leggi di soppressione degli ordini religiosi del 1807, 1809, 1810, la Chiesa venne tenuta sempre aperta alla pubblica devozione;

Considerando che dopo la restaurazione borbonica i decurionati del tempo facevano presente alle autorità superiori che per ogni dove della Patria risuona una voce concorde e generale, la quale reclama la ripristinazione del soppresso Monastero di S. Francesco di Paola, come quello che è la quarta Casa fondata dal santo Padre S. Francesco, dichiarato Protettore del Comune medesimo, e Liberatore di ogni più terribile flagello;

Considerando che le insistenze valsero a far tornare nel 1839 i padri Paolotti;

Considerando che in seguito al Decreto Luogotenenziale del 17 febbraio 1861 per la soppressione delle corporazioni religiose nelle province napoletane ed all’altro del 7 luglio 1866, il Convento di S. Francesco e la Chiesa annessa passava alla Cassa Ecclesiastica delle province napoletane e da questa al Comune di Corigliano che acquistava l’una e l’altra con istrumento per notaio Francesco Adimari da Corigliano N. 65 rep. In data 7-5-1866 reg. a Corigliano il 7-10-1868 Mod. 1 Vol. 8 folio 182;

Considerando che da quell’epoca ininterrottamente il Comune di Corigliano Calabro ha curato la nomina del Rettore della Chiesa avvalendosi del suo ius patronato, riconosciuto dall’autorità ecclesiastica e confermato dall’autorità giudiziaria quando, come nel 1903, sorse conflitto tra l’autorità ecclesiastica e l’autorità Comunale;

Considerando l’unanime desiderio del Popolo di Corigliano per il ritorno dei Padri Paolotti, ritorno che rappresenta un atto di giustizia e di fede, e che garantisce la regolare officiatura della chiesa, cioè una delle principali di questo paese, per cui fa d’uopo che più d’un sacerdote fosse incaricato della stessa, sì per esercitare il culto divino, concorrendo in essa tutta la popolazione unita, e sì per disimpegnare tutti quegli atti che si convengono pel Protettorato e Patrocinio sotto cui da secoli vive questo Popoli devoto;


Delibera

La cessione gratuita all’ordine dei Frati di S. Francesco di Paola della Chiesa di S. Francesco di Corigliano Calabro ed annessa Sacrestia; la gestione gratuita di tutti gli arredi sacri da essa posseduti, il tutto ai seguenti patti e condizioni:

1.    La Chiesa dovrà essere ininterrottamente aperta al pubblico culto;

2.    Dovrà essere mantenuta col decoro che le compete data l’importanza della Chiesa e la devozione di cui è oggetto;

3.    Una commissione di 5 cittadini nominata dall’Amministrazione Comunale collaborerà con i Frati per la preparazione, l’organizzazione ed il buon esito delle Feste esterne del 2 e 25 aprile di ogni anno;

4.    La manutenzione della Chiesa sarà fatta a cura e spese dei Frati con la dignità che richiede; dovendosi però procedere a restauri, abbellimenti, trasformazioni etc, questi dovranno essere fatti di accordo con l’Amministrazione Comunale che ne dovrà essere sempre tempestivamente e scrupolosamente tenuta informata;

5.    Tutti i pesi e gli oneri comunque gravanti la Chiesa e la Sacrestia a carico dell’Ordine dei Frati;

Le deliberazioni eventualmente adottate in precedenza le quali risultano in contrasto con la presente si intendono revocate a tutti gli effetti.

Il Commissario Prefettizio - F.to Dott. F. Dima

Il V. Segretario Capo - F.to V. Marino                       

 

 

Una Biblioteca per il Liceo

Giorni dietro il prof. Fortunato Bruno ha rivolto un appello ai cittadini ed ai suoi scolari, vecchi e nuovi, per incoraggiarli ad offrire dei libri da servire per la istituzione d’una biblioteca presso questo nostro Liceo. Il quale malgrado quello che ne dica un professionista svegliarino candidato a consigliere comunale, vivrà, migliorerà e rimarrà a beneficio di tutti, ma specie del popolo che ne trarrà i maggiori benefici. Perché è dal popolo, da cui la maggior parte di noi trae le sue non lontane origini, che questo nostro Liceo deve vivere. Siamo sicuri che l’appello del prof. Bruno riscuoterà il consenso fattivo di tutti, giacché oltre il fatto che l’istituzione d’una biblioteca è segno inequivocabile di civiltà, bisogna riconoscere che i Coriglianesi, attraverso le più svariate vicende, hanno avuto sempre vivo l’amore all’istruzione, anzi a quest’amore sacrificarono un tempo interessi umanitari quali l’ospedale, il Monte dei Pegni e la Ruota per il ricevimento dei proietti.

A proposito trascriviamo una Delibera Consiliare del 21 novembre 1865:

Il Consiglio ha deliberato che diversi libri, la maggior parte ascetici si trovano in una stanza dell’ex convento di S. Antonio:

che un orologio a pendolo che si trovava fisso in uno dei corridoi di detti locali è pure nello stesso, perché rimasto invenduto nell’asta dei mobili del convento medesimo. Tanto gli uni che l’altro sarebbero necessari per l’uso del Ginnasio stesso, non solo, ma i primi anche ad uso del pubblico. Il consiglio ha tutta la premura di spendere una somma all’acquisto di altri libri, che, unendosi a quelli esistenti formerebbero una piccola biblioteca addicendola al pubblico utile.

Si augura che in vista dei su espressi motivi il Governo del Re sarà prodigo a giovare il Municipio di Corigliano ed il pubblico bene con la concessione gratuita.

Così la pensavano i nostri padri ed oggi che si parla della istituzione d’una biblioteca non è inopportuno difendere e propagarne l’idea con le stesse parole che i nostri buoni vecchi consacrarono in documenti ufficiali:
nella istruzione (e noi aggiungiamo in una biblioteca che dell’istruzione è parte integrante) trovano la loro pietra fondamentale la pubblica educazione e la morale, e viene sollecitata la civiltà che è la correttrice delle libere istruzioni, come lo è del dispotismo l’ignoranza.

 

Il carnevale

Quest'anno abbiamo ammirato "quadrìglie" che hanno girato le vie del paese in costumi tanto eleganti, tanto scelti, tanto armonici da meravigliarsi come avessero potuto combinarli ed hanno ballato così perfettamente da darci l'illusione che quei balli invece .che sopra una pubblica strada si svolgessero nel salone del più inclito signore. E che dire delle piccole orchestrine che accompagnavano le quadriglie? Hanno suonato in modo ammirevole e ci rallegriamo che fra noi vivono tanti bravi giovanotti amanti della musica. Diamo i nomi dei giovani componenti il ballo "Gioventù Coriglianese" : Giovanni Laudonia, Giovanni Marinaro, Antonio Cloro, Leonardo Malagrinò, Giuseppe Montalto, Domenico Grandinetti, Leonardo Amica, Natale Natozza, Vincenzo Marinaro, Domenico Orlando, Giacinto Casciaro, Nellino Bempastonelli, Piero La Macchia, Luigi Napoli, Francesco De Vincenzo, Pietro Amendola. Componemti dell'orchestra erano : Giorgio De Patto, Battista Pirro, Pierino Cavaliere, Nicola Rubino, Salvatore Sosto.

Inoltre si è distinta per eleganza la quadriglia composta dalle sette eleganti coppie: 1-Giuseppe Misasi(Direttore) e Alfredo Romio; 2-Pietro Scarcella e Antonio Fiorito; 3-Annunziato Cozzolino e Antonio Scorzafave; 4-Luigi Oranges e Gerardo De Pronomi; 5-Giovanni Casciaro e Francesco Forciniti; 6-Pierino Forciniti e Pasquale Caravetta; 7-Gerardo Ritacco e Giorgio Sarlo.

L'orchestra era diretta da Antonio Gallina  1)violino-Giovanni Pane 2)violino-Raffaele Ferrarese 3) fisarmonica-Blandamura Vincenzo  4) chitarra-Giovanni Gallina.

Ci dispiace di non conoscere i nomi delle altre maschere che hanno girato per il paese, in complesso tutte brave. 

 

(Cor Bonum, n. 7 del 18 marzo 1946)

Il ritratto di Luigi Palma

Da quanti entrano nel gabinetto del Sindaco del nostro Municipio, sarà stato notato un ritratto ad olio, situato sulla parete destra, raffigurante a mezzo busto un bell'uomo di età matura, dal volto roseo e rotondo, con due calmi occhi azzurri, una fronte ampia,che sembra più ampia per la calvizie, ed un accenno di sorriso sulle labbra: quel volto spira un'aria di tanta serenità, di tanta bontà, e starei per dire di tanta ingenuità, per cui coloro che non lo ravvisano o lo ignorano, si domandano chi fosse e che facesse in vita costui. Sotto quell'apparenza di pacifico borghese si cela un uomo di altissimo ingegno che è stato il vanto dell'università italiana ed il lustro della nostra città. Quell'Uomo è Luigi Palma che nacque tra noi e propriamente nella casa oggi abitata dai sigg. Gallina e Leonetti, come ricorda la lapide murata all'esterno. 

Luigi Palma - altissimo per sapienza e virtù - onore d'Italia - Morto in Roma il 3-1-1899 - nacque in questa casa addì 19 luglio 1837 - Il Municipio vi appose - questa pietra onde alla venerazione delle genti durasse 1901.

(Cor Bonum, n. 10 del 9 aprile 1946) 

(aprile 1946)  

La nostra banda

Abbiamo avuto finalmente il piacere di vedere risorto il nostro glorioso Concerto bandistico che, indipendentemente dalla nostra volontà, era stato costretto alla disgregazione, negli ultimi anni, a causa degli eventi bellici. Contro ogni aspettazione e contro il pubblico avviso di numerosi increduli, grazie all'interessamento di pochi cittadini, unitamente alla prodigiosa attività del maestro Pasquale Martina, al quale va sincero il plauso di quanti amano e coltivano il bello, in un tempo ristretto esso è rinato. In questi giorni è stato dato il primo concerto in Piazza del Popolo, ove numerosissima cittadinanza ha potuto gustare alcuni pezzi d'opera, ottimamente eseguiti, E già molti paesi, anche fuori provincia, chiedono il nostro concerto bandistico, che ha iniziato il suo giro artistico nella vicina Terravecchia.

 

La festa del 25 aprile

Corigliano ogni anno si accinge a solennizzare la data del 25 aprile in onore del suo Protettore S. Francesco di Paola con una tradizione festa che richiama da ogni parte della provincia e di fuori un considerevole afflusso di persone. Questa festa vuole significare un ringraziamento al Santo Protettore per aver miracolosamente salvato Corigliano dal flagello di un formidabile terremoto che tanti e tanti anni fa si abbatté sulle nostre zone.

I festeggiamenti hanno inizio col novenario, cui segue il Triduo solenne con prediche di scelti oratori, e culminano con la grandiosa popolarissima festa del giorno 25.

Questi ultimi anni ogni cosa ha subito i tristi effetti della malaugurata guerra, e, come tutte le altre manifestazioni, cerimonie, festività, anche la nostra festa ha dovuto sottostare inesorabilmente alla forza implacabile degli eventi. Perciò, niente illuminazione, niente bande musicali primarie, niente fuochi d’artificio. La ricorrenza venne celebrata con modesta cerimonia ma con maggiore impulso di fede, con maggiore perseveranza nella preghiera che migliaia di mamme, di spose, di sorelle innalzavano al Cielo per la sorte dei loro figli, dei loro mariti, dei loro fratelli.

E quest’anno finalmente, in cui l’immagine del flagello della guerra è già lungi da noi, Corigliano ha voluto e saputo ridare alla nostra festa quella solennità che meritava e a cui tutta la cittadinanza ha dato il suo contributo.

Entrando nella chiesa s’offriva allo sguardo uno spettacolo veramente superbo: dall’ingresso all’altare maggiore era tutto uno sfarzo di addobbi disposti con squisito senso artistico dalla Ditta Barbarella che conferivano alla chiesa un aspetto fantasmagorico e solenne. Dal 22 al 25 ha tenuto il pergamo ogni sera il prof. Nicoletti, la cui dotta parola ha richiamato in chiesa un pubblico numerosissimo. Una sfarzosa e artistica illuminazione elettrica, disposta lungo tutta la via S.Francesco, da Piazza Vittorio Veneto a Piazza del Popolo, completava l’insieme del magnifico scenario della festa.  Non mancarono i tradizionali falò e le rumorose fiaccolate, né lo sparo dei mortaletti durante il triduo.

Mai come in quest’anno è stato così numerosa l’affluenza dei forestieri, specie durante la giornata del 25, in cui ha avuto luogo la processione solenne della statua del Santo per tutte le vie della città con un concorso eccezionale di popolo. Piazza Vittorio Veneto, in dalle prime ore della mattina, era già gremita di folla : per la larga via S. Francesco si poteva circolare appena. In entrambi i lati erano disposte teorie lunghissime di panche con esposizione di mercanzie d’ogni genere.

Verso le ore tredici muoveva dalla Chiesa l’interminabile processione per rientrarvi dopo circa sei ore, e la sera si chiudevano i festeggiamenti con l’accensione di artistici fuochi d’artificio che hanno riscosso il plauso della cittadinanza. La festa è stata resa maggiormente animata e interessante per il concorso del nostro risorto Concerto Bandistico Cittadino che ha seguito diversi pezzi d’opera ed è stato fatto segno alle più entusiastiche manifestazioni di simpatia.

All’instancabile don Alfonso Quintieri e a tutto il Comitato facciamo i più vivi complimenti per l’ottima riuscita della festa.

 

Il progetto di una grande opera

L'altra sera, passando per via XXIV Maggio, ho visto molta gente sostare dinanzi al negozio "La Casa del Tessuto" e guardare nella ricca vetrina con un certo interesse e, direi quasi, con una certa ammirazione. Il primo gruppetto di persone soffermatesi andava sempre più ingrossandosi man mano che la gente transitava, tanto che fui preso anch'io da quella curiosa morbosità di ficcarvi il naso e, senza saper come, fui spinto ad avvicinarmi alla abbagliante vetrina. Pensai, naturalmente, a qualche novità della moda che la ditta Spezzano ha saputo sempre offrire con gusto e con arte alla sua vasta clientela e mi infilai nella folla. Finalmente tra urti e spintoni mi trovai di fronte alla tanto sospirata vetrina e in luogo di un articolo di moda mi si offrì alla vista il disegno di un moderno sontuoso palazzo. Lessi la scritta riportata sul disegno e non vi nascondo amici lettori di aver trovato anch'io un senso di ammirazione per quell'opera esposta agli occhi del pubblico... Si tratta della costruzione di un magnifico grande albergo con annesso ristorante ed albergo diurno e di un moderno cinema-teatro capace di mille posti. Il tutto in un unico corpo di fabbrica artisticamente progettato dall'ing. Dante Ferrari ad iniziativa di una società privata di cui fa parte l'amico Mimmo Storino, il fondatore del "Gatto Bianco"... Questa nuova opera che abbellisce ed arricchisce la nostra città sarà costruita, a quanto pare, nel centro di Villa Margherita e avrà quindi una posizione centralissima per i fini cui è destinata. 

(Il Popolano del 1° maggio 1946)

Festività di San Francesco di Paola - Rendiconto del 26 aprile 1946

(per leggere l'articolo, cliccare sull'immagine e ingrandirla)

Cor Bonum n. 13 del 21 maggio 1946

(maggio 1946) 

Il Consiglio Comunale di Corigliano

Si è riunito per la prima volta il 13 maggio

Il 13 maggio 1946  Corigliano ha visto l’adunanza del primo Consiglio Comunale. Il Salone municipale era gremito di gente.

Mancano due consiglieri: il geom. Casimiro Nigro, assente per la morte della figlia, e l’avv. Cesare De Novellis, perché fuori Corigliano.

Poco dopo le 10:15 è aperta la seduta.

Il Sindaco Avv. G.B. Policastri illustra brevemente il lavoro svolto dall’Amministrazione durante il periodo dal suo insediamento, e tendente sopra ogni altra cosa al problema alimentare del paese ed a quello ancora più assillante della disoccupazione. Soggiunge d’essersi occupato, sorpassando i limiti del possibile, degli assegni di famiglia, dell’Acquedotto, viabilità e delle fognature.

Il Consigliere Cavalieri, dopo aver inviato un caldo saluto ai reduci e partigiani, propone di intitolare due vie al nome di Antonio Quintieri e Renato Amato, caduti per la Patria.

Il Consigliere Amato chiede che i reduci vengano assistiti a preferenza d’ogni cittadino e suggerisce la costituzione di consorzi.

Il consigliere Martilotti chiede la sistemazione della strada della Schiavonea, troppo mal ridotta.

Il Consigliere Amato chiede una seduta consiliare straordinaria per la trattazione della dipendenza amministrativa dell’Ospedale.

Il Consiglio si è mostrato unanimemente d’accordo sulle richieste riservandosi di provvedere.

Non è stato revisionato il bilancio preventivo 1946 perché non pronto.

Vengono ratificate due delibere per il mantenimento in servizio fino al 30-6-46 degli impiegati avventizii Quintieri e Pasqua.

Vengono letti: il ricorso avverso le elezioni amministrative presentato dal Consigliere Avv. De Novellis ed il capitolato della vendita del giunco.

Meritato l’elogio rivolto dal Sindaco al V. Segretario Capo V. Marino.

Le sedute vengono fissate per le ore 10 di ogni mercoledi. 

(Cor Bonum n.13 del 21 maggio 1946)

 

 Festa della Madonna delle Grazie allo Scalo

Domenica scorsa 19 c.m., in una giornata di sole radioso, allo scalo ferroviario si è svolta la tradizionale e caratteristica festa della Madonna delle Grazie. Da tutti i paesi vicini c'è stata un'affluenza veramente enorme di persone, specialmente da Vaccarizzo, la cui banda musicale, data l'assenza di quella locale, venne ad allietare con le sue note gaie e vivaci i clamori della festa. Da Corigliano automobili ed automezzi improvvisati per il trasporto di persone hanno fatto la spola fin dalle primissime ore del pomeriggio. Durante la festa, protrattasi fino a tarda sera, si sono svolte numerose gare a premio nonché svariati e caratteristici giochi tra i quali citiamo "l'albero della cuccagna". L'organizzazione è stata perfetta perciò dalle colonne del nostro giornale facciamo pervenire al Comitato le nostre più vive congratulazioni.  

(Il Popolano N. 22 del 26 maggio 1946)

L'Amministrazione Comunale ricorre ai CALMIERI per la grave crisi economica

Prodotti (Ortalizie) al  Prezzo in Lire
Fagiolini senza filo (ciote) Kg. 28
Fagiolini con filo Kg. 20
Zucca spagnola maiatica inferiore a grammi 500 ciascuna 8
Zucca spagnola maiatica superiore a grammi 500 ciascuna 4
Cipolla senza collo Kg.  12 
Cipolla a treccia con collo  Kg. 
Cime di zucca  mazzo 
Fiori di zucche  mazzo 3
Catalogne  mazzo 4
Indivia(scarola) mazzo 5
Bietola mazzo 5
Sedano a mazzo di quattro capi mazzo 4
Patate Kg. 30
Zucca lunga minore di un chilo  ciascuna 8
Zucca lunga superiore di un chilo ciascuna 6
Frutta    
Albicocche prima qualità Kg. 20
Albicocche seconda qualità  Kg. 16
Pesche  Kg.  30
Prugna prima qualità Kg.  26
Prugna seconda qualità(cucullicchi) Kg.  16
Mele Kg.  16
Ciliegie prima qualità Kg.  30
Ciliegie seconda qualità Kg. 24
Ciliegie terza qualità Kg. 20
Lattughe a mazzo di tre teste mazzo 5
Gelsi o mora Kg. 14
Cetrioli ciascuno 5
Pomodoro Kg. 24
Vitello - Vitellone - Manzo    
Magro senz'osso Kg. 210
Costato per bollito con il 25% di osso  Kg. 160
Fegato Kg. 110
Cuore e trippa Kg. 90
Polmone e milza Kg. 70
Piedi Kg. 50
Osso Kg. 30
Intestini Kg. 40
Pecore - Capre - Becchi e Montoni    
Pecore, capre, becchi e montoni Kg. 120
Fegato Kg. 70
Polmone, milza e trippa Kg. 50
Intestini Kg. 30
Piedi Kg. 25
Testa Kg. 40
Capretto - Caprettone - Agnello - Agnellone - Castrato    
Capretto, caprettone, agnello, agnellone e castrato Kg. 140
Fegato Kg. 90
Polmone, milza e trippa Kg. 70
Intestini Kg. 30
Piedi Kg. 25
Testa Kg. 60
Tacchino    
Tacchino Kg. 200
Piedi, testa ed interiori Kg. 40

(giugno 1946) 

Nuovo bar
In Viale Rimembranze è sorto ad iniziativa di una associazione di nostri volenterosi concittadini un nuovo ed elegante bar che offre al numeroso pubblico tutte le specialità del COMBATTENTE. Noi, che abbiamo sempre additato quale sia il modo migliore per abbellire sempre più la nostra cittadina, ci congratuliamo con il Comitato Organizzatore per l'ottima iniziativa intrapresa e nello stesso tempo formuliamo i nostri più sentiti auguri. 

(Il Popolano N. 25 del 16 giugno 1946)

Donna Maria Gallone Compagna
Sono tornati tra noi, i resti mortali della Baronessa Maria Gallone Compagna, per essere tumulati nella cappella gentilizia della Schiavonea, tempio meraviglioso in marmi policromi, ottagono suggestivo sovrastato da una cupola luminosa. L'angelodella pace del Ierace ha alzato la solenne coltre di bronzo per accogliere questa grande dama; noi ci siamo inchinati per il tributo estremo di mèmore affetto. Mentre si svolgeva il solenne rito funebre, fra i canti delle fanciulle e delle suore dell'istituto, il mio pensiero è volato lontano, ha veduto questa dolce gentildonna nella sua parentesi terrena. Ed accanto a lei la figura del grande consorte, di Francesco Compagna, ed attorno le figure delle figliole e figlioli. Uno di essi, Mario, ha voluto essere con lei, scendendo con lei nella tomba: Mario e Maria, sono stati tumulati insieme, insieme venuti da lontano a riposare dinanzi a questo azzurro e tranquilloJonio... Sui resti mortali di questa soave creatura sarà posta una lapide che reca parole dettate dal diletto figlio Piero e nessun elogio più eloquente di quello che scaturisce dalla pietà filiale in queste salienti parole: "Visse in fede di Dio e di amore per i figli lasciò vivo e perenne il ricordo di carità per il prossimo". Franco O.Palermo. 
 

(Il Popolano N. 27 del 31 giugno 1946)

La Festa di S. Antonio

La fine della guerra ha permesso, quest’anno, che la festività di S. Antonio, venisse svolta con l’usuale ed antico sfarzo.

Essa ha richiamato l’attenzione di tutti i paesi vicini, che si sono affollati, sin dal giorno precedente alla festa della nostra città. E ne valeva la pena!

Pensare che della festa si erano interessate persone come Fiore, Massimilla, etc, e, quindi, non poteva assolutamente venir meno la sicura e buona riuscita.

Se elegante e degno di ammirazione era l’addobbo interno della Chiesa, non di meno era l’illuminazione esterna che abbracciava quasi tutta via Roma fino alla Chiesa e gran parte di via e villa Margherita.

Non immutate le funzioni religiose.

La processione, avvenuta il giorno 16, è stata imponente ed accompagnata per il suo percorso dalla banda musicale della vicina S. Giorgio Albanese, mentre la nostra, col bravo prof. Martina, in servizio d’orchestra da giovedì a domenica, nella Villa Margherita, dove era stato eretto, per l’occasione, un palco, presentando un programma nuovo e vastissimo, ha tenuto veramente desto il folto numero degli ascoltatori, guadagnandosi il suo meritato plauso.

Ottimi i fuochi artificiali, ma divertente ed atteso il tradizionale “Ciuccio”.

La popolazione è veramente entusiasta ed esprime a nostro mezzo il suo compiacimento alla Commissione Organizzatrice tutta, sicura che il Santo voglia loro ricambiare con grazia il loro interessamento.  

 

Le Processioni per il Corpus Domini

Come al solito anche quest’anno le processioni per il Corpus Domini si sono svolte con la solennità degna e voluta da questi sacri giorni.

Esse si sono succedute nel seguente ordine:

Giovedì, 20, processione mossa dalla Chiesa di S. Pietro; domenica, 23, dalla Chiesa di S. Giovanni di Dio; lunedì, 24, dalla Chiesa di S. Giovanni Battista(S. Giacomo); giovedì, 27, dalla Chiesa di S. Maria Maggiore.

Le processioni hanno percorso le vie della propria Parrocchia. 

Abbiamo notato ed ammirato l’affluenza dei fedeli alle processioni mosse dalle Chiese di S. Pietro, S. Maria e di San G. battista, come pure, e forse con rammarico, abbiamo dovuto notare come il sentimento religioso si vada affievolendo nei parrocchiani di S. Giovanni di Dio.                                                             (Cor Bonum nn.15-16 del 29 giugno 1946)

Luglio 1946

Funerali nella Cappella Gentilizia Compagna a Schiavonea

Stamane (1 luglio 1946), nella Chiesa di Marina di Schiavonea, sono stati celebrati, alla presenza di numeroso pubblico, accorso dal paese e dalla borgata, solenni funerali in memoria della baronessa Maria Compagna Tricase e del barone Mario Compagna, le cui salme provenienti dai cimiteri di Roma e di Napoli, sono state tumulate nella Cappella Gentilizia di Famiglia.

Abbiamo notato: la baronessa Isabella De Rosis, donna Teresa Abenante Gallerano, la signora Rita Canonico  Bruno, la signorina Marianna De Rosis, la signorina Carmelina Le Pera, il barone Raone De Rosis, il direttore dell’Ospedale, dottor Schettini, il comm. dott Palermo, il dottor Giordano Bruno, il dottor Sabato, il dottor Borromeo, il dottor Santagata, l’avv. Attanasio, l’avv. D’Agostino, il geom. Superchi, il sig. De Martino, il sig. Muzio Graziani, il sig.Gigino Graziani, l’avv. Liguori e molti altri.

Assisteva, con tutto il personale delle diverse Amministrazioni e delle Aziende Agrarie, il barone Renzo Compagna.

Il Clero era al completo, coadiuvato dalle brave monache. Erano presenti tutti i ragazzi dell’asilo.

Si accompagnarono alle funzioni musica sacra, eseguita da una Suore, e cori di voci organizzati con molta perizia e buon gusto.   

  

Il Consiglio Comunale di Corigliano Calabro

Nelle sedute straordinarie del 10 e 11 luglio

Assenti i consiglieri G.De Novellis, Nigro e D. Policastri, alle ore 10:15 del 10 corr. Il Consiglio Comunale di Corigliano Calabro si è riunito.

Aperta la seduta, si è data lettura delle deliberazioni del precedente consiglio.

Si passa quindi all’ordine del giorno.

Il Sindaco rende edotto il consiglio del lavoro svolto dall’amministrazione durante l’ultimo periodo, soffermandosi maggiormente sui problemi della disoccupazione, dei reduci e partigiani e dell’alimentazione. Dà la buona notizia che gli organi competenti hanno già stanziato per il completamento delle opere dell’acquedotto la somma di L. 128.000.000 e che di detta somma già 30.000.000 sono stati anticipati al comune, per interessamento, della eccellenza Bruno. Che detta somma, ripartita in 19.000.000 per scarto serbatoio ed 11.000.000 per condotta consorziale, permetterà l’immediato inizio dei lavori. Fa cenno ancora di altri autorizzati e che presto andranno in opera.

Per quanto riguarda l’alimentazione, il mercato non lascia a desiderare. Precisa che si è dovuto ricorrere ai calmieri per andare incontro alla popolazione e che l’amministrazione non mancherà settimanalmente di occuparsi a rivedere i prezzi.

Soggiunge che per gli impiegati avventizi v’è tassativa disposizione per cui è impossibile, per il momento, il licenziamento e l’assunzione di mano d’opera, e ciò fino a quando una commissione, che appositamente dovrà fra breve riunirsi presso la Prefettura, non giudicherà in merito.

Dà atto infine che gli assegni familiari per i lavoratori dell’agricoltura, dopo lunga pratica, sono stati ripresi e sono già in corso di pagamento.

L’avv. De Novellis chiede che venga inviato un telegramma di auguri al Presidente On.le De Nicola.

Il Consigliere Rodolfo Amato insiste che le sedute consiliari vengano tenute di sera. La proposta è bocciata ai voti.

Su analoga proposta del Consigliere Raffaele Amato, il Sindaco rende edotto il Consiglio che gli altri lavori già autorizzati sono: sistemazione dei torrenti Dontitto, Pontieri, Coriglianeto, Crati e pulizia canali.

Il predetto consigliere chiede di conoscere se siano state accertate la responsabilità della frana del Bosco dell’Acqua, della lassa vicino al Ginnasio, il motivo della mancanza di grano e la contabilità del Bosco dell’Acqua.

Il Sindaco precisa:

1.    La contabilità del Bosco dell’Acqua è da molto tempo a disposizione degli interessati.

2. La causa della frana del Bosco dell’Acqua è da attribuirla soltanto a precipitazioni atmosferiche, mentre per la rottura della vasca del Bosco in parola è responsabile la ditta Parrini, già chiamata legalmente al risarcimento dei danni

3.    Le responsabilità della lassa vicino al Ginnasio sono state accertate. Alcuni responsabili, anzi, hanno avanzato delle offerte in danaro ed in mano d’opera per il ristabilimento della lassa stessa;

4.    La mancanza del grano è dovuta, infine, alla pessima qualità della farina, la quale non ha dato la resa prevista dalla Sepral del 125 per cento. Su ciò è stato provveduto e la Sapral, riconoscendo giusto quanto sopra, ha già inviato parte di detto frumento. In quanto alla panificazione, la stessa è ben sorvegliata ed il motivo per cui il pane esce in ore tardissime è dovuto al fatto che la farina viene consegnata ai forni nella stessa mattinata.

Il Consigliere richiedente propone un plauso per il Sindaco.

A questo punto sempre il consigliere Raffaele Amato riprende la discussione dell’Ospedale, nel corso della quale viene data lettura di una lettera rimessa al Comune dal Commissario dell’Ospedale comm. Pane.

Vengono ratificate le seguenti delibere d’urgenza, il mantenimento in servizio fino al 31 luglio degli avventizi Quintieri e Pasqua, sistemazione in alcuni lavori interni e al Cimitero; la riapertura di una scuola al villaggio Frassa. Quest’ultima delibera viene accettata, a patto che non venga soppressa la scuola di Piscopello.

Si passa a discutere sul Bilancio preventivo che prevede un deficit di 4.000.000, la metà dei quali verrà rimborsata dallo stato e per l’altra metà si provvederà con mutuo che verrà eseguito presso la Cassa di Risparmio con un interesse del 6,50 per cento.

Si discutono poi i fitti comunali che andranno a scadere al 31 agosto e per cui non è previsto rinnovamento di contratto, trattandosi di coltivatori non diretti e precisamente delle quote detenute da Gennaro Cilento, Domenico Costa, Giovanni Sangregorio, Giuseppe Sangregorio, Francesco Cosentino, Francesco Lasso, Francesco Policastri, eredi Pasquale Palma, Natale Viteritti, Giovanni Avolio e Luigi Palma.

Dette quote andranno all’asta tra cooperative agricole regolarmente costituite, reduci e partigiani e coltivatori diretti.

Alle ore 13:10 la seduta viene rinviata alle ore 9 del 11 luglio.

 

Seconda Seduta

Alle ore 10 dell’11 la seduta è aperta.

Oggetto principale di discussione della giornata è il Bilancio. Esso viene accettato pieno nella sua entrata e nella sua uscita.

Durante la stessa giornata, degne di rilievo sono state le seguenti discussioni:

Il Consigliere Amato chiede l’istituzione di una biblioteca popolare, possibilmente abbinando quella del Ginnasio-Liceo.

Il Consiglio è consenziente e si riserva di discutere la modalità dell’istituzione.

Lo stesso consigliere chiede se il Comune sia in possesso di un inventario dei beni di sua pertinenza. Il Sindaco asserisce che è già in formazione l’inventario, sia per quanto riguarda i beni mobili che gli immobili.

Il Consigliere Avv. De Novellis chiede che vengano ben vigilate le opere dell’Acquedotto ed il Sindaco assicura di provvedere.

Viene proposto il trasferimento dell’Ospizio in locali più adatti, ed il Sindaco a tal uopo fa presente che dai Baroni Compagna si sono ottenuti i locali del Carmine, ma, che essendo questi in pessimo stato, si cercherà di riattivare per primo lo strettamente indispensabile e man mano si andrà provvedendo per il resto. La questione sarà discussa in altra seduta.

Il Consigliere Milillo, tenuto presente l’aumento dei salari e degli stipendi degli impiegati, chiede, di conseguenza, che vengano aumentate le pensioni. Il Sindaco precisa che detto provvedimento è in corso di attuazione.

Vengono discusse nel corso della giornata le seguenti proposte:

Disservizio trasporti funebri, pulizia delle scuole, applicazione di tassa per manutenzione stradale ai possessori di casini in montagna, aumento delle spese per il trasporto dei matti nel domicilio coatto e disservizio postale e passeggeri(per quest’ultimo sarà richiesto il circolo ferroviario).

La seduta è chiusa alle ore 13.

V.C.                                                                    (Cor Bonum n. 17 del 14 luglio 1946)

Le multe dei Vigili Urbani

L'attività svolta dai Vigili Urbani dal 1 al 15 del mese corrente è stata molto encomiabile. Per le stalle non imbiancate sono state elevate n. 51 contravvenzioni; per abbandono di maiali nell'abitato n. 41; per abbandono di asini e carri n. 7; esercizi sprovvisti del velo richiesto dell’igiene n. 10. Speriamo che i nostri concittadini comprendano la necessità dell'igiene per la salute pubblica. 

(Il Popolano N. 31 del 28 luglio 1946)

La Chiesa di S. Maria Maggiore violata

Eccezione fatta per l’incidente verificatosi 17 o 18 anni fa nella chiesa della SS. Madonna di Costantinopoli, causato dalla Compagnia teatrale Pozzi, per cui la stessa chiesa veniva interdetta dalle Autorità Ecclesiastiche competenti, la religiosa popolazione di Corigliano non ricorda casi analoghi.

Solo oggi, per l’antidemocratico modo di vedere di alcuni facinorosi, la nostra popolazione ha dovuto assistere allo scempio di vedersi interdire la chiesa di Santa Maria Maggiore, in seguito ai fatti di domenica scorsa(28 luglio).

I fatti, secondo la versione del Reverendo don Luigi Guidi, appositamente intervistato, possono riassumersi nel modo seguente:

Nelle prime ore del pomeriggio di domenica scorsa, il Segretario del Partito Comunista, su regolare invito, si recava alla Caserma dei Carabinieri, dai quali veniva diffidato per il mantenimento dell’ordine pubblico. Il Segretario si rese garante dell’ordine stesso ed ottenne dal Maresciallo l’intercessione presso l’Arciprete di S. Maria Maggiore, affinché venissero officiate le rituali funzioni funebri alla salma del compagno Giuliani. Fra i Carabinieri e l’Arciprete si venne all’accordo che si sarebbero svolte tutte le funzioni al morto in chiesa ma che all’accompagnamento il Clero non ci sarebbe mai andato, qualora nel corteo avessero preso parte le bandiere comuniste.

E infatti, alcune ore dopo, la salma del Giuliani, dalla sua abitazione veniva portata in chiesa senza Sacerdote e Croce, ma accompagnata dalla bandiera. Le funzioni ebbero luogo ed i Sacerdoti, vista l’insistenza dei compagni a seguire il feretro, si ritirarono in Sagrestia. Allora i più scalmanati fra i presenti cominciarono ad inveire, a gridare ed a profanare i Sacri Luoghi, non solo, quando si tentò persino, da parte di qualcheduno più acceso, di avventarsi contro l’Arciprete ed il Parroco Spataro.

Interviene il giovane sacerdote Guidi che cerca di richiamarli all’ordine, di persuaderli a desistere da qualsiasi ulteriore atto che avrebbe offeso nel modo più grave la Casa di Dio, ma non poté portare a termine questa nobile missione, perché veniva colpito in un occhio da un poderoso pugno, riportando escoriazioni varie giudicate guaribili in dieci dieci giorni. 

s.c. 

[Seguirà, dopo un paio di settimane, una lettera del Presidente del Consiglio dei Ministri, On.le De Gasperi, che impartiva precise disposizioni al prefetto di Cosenza per la punizione degli autori dell'aggressione al Parroco don Luigi Guidi]

 

La riconciliazione della Chiesa e la scomunica dei responsabili

S. E. l’Arcivescovo di Rossano, poiché impedito, ha delegato alle funzioni il rev. Arciprete don Agostino De Gennaro, che a sua volta delega il sacerdote don Pasquale Gallina.

La processione, partita da S. Pietro, alle ore 10:35 del 28 è alla porta della chiesa Violata.

Sono presenti il Clero, il Sindaco, il Comandante dei Carabinieri, le Congreghe, i circoli Cattolici e le rappresentanze di tutti i partiti di ordine.

Alle ore 10:50, la Chiesa viene benedetta esternamente. Alle undici, dopo la benedizione interna, sono officiate le sacre funzioni, alla cui fine il Sacerdote don Ciccio Fabbricatore dà lettura della seguente ordinanza Arcivescovile:

“Poiché dopo i gravi ed incresciosi avvenimenti verificatisi nel corrente luglio nella Chiesa Parrocchiale di S. Maria delle Grazie in Corigliano Calabro, per cui non solo fu conculcato il disposto del ca. 1233, par.2 del Codice di Diritto Canonico e quanto è stato sancito dall’Episcopato Calabrese, circa i vessilli da poter portare nei funerali; ma si osò insultare i sacerdoti e colpire, con effusione di sangue, uno di essi; la detta Chiesa deve ritenersi violata; ordiniamo e disponiamo e dichiariamo quanto segue:

1.   In detta Chiesa, perché violata, non sarà lecito, mentre così rimane, celebrare i divini offici, amministrare i Sacramenti e compiere atti di culto.

2.    La Chiesa dovrà essere con sollecitudine, passati alcuni giorni, riconciliata. Diamo pertanto al M.R. Arciprete, con facoltà di poter designare a ciò anche altro sacerdote, delega per la riconciliazione di essa da farsi a norma del Pontificale Romano, part.II Tit. relativo, giusta il Ca. 1156 del Codice di Diritto Canonico.

3.   Dichiariamo, a norma del Canone 2342 del Codice di Diritto Canonico: Qui violentas manus iniecit contro il sacerdote scomunicata; e la scomunica riservata all’ordinario di Rossano non sarà assoluta se non dopo giusta penitenza canonica;

4.  Disponiamo che tutti coloro che hanno concorso all’atto di grave insubordinazione all’Autorità ecclesiastica, restino esclusi finché non abbiano fatta salutare penitenza, da ogni partecipazione di benefici spirituali

…Omissis…

F.to Domenico Arcivescovo di Rossano                                                         Il Cronista     

 

Nell'Ospedale

La Sezione competente del Ministero degli Interni ha pubblicato, giorni fa, l'esito del concorso per la Direzione dell'Ospedale civico "Guido Compagna". Ne risulta vincitore il prof. dott. Arnaldo Clausi Schettino. Al prof. Schettini, che già da sette anni è alla direzione quale Primario del nostro Ospedale, giungano i nostri migliori auguri per l'esito veramente brillante del concorso, esito che rispecchia chiaramente le doti non comuni di chirurgo e di studioso. 

Con recente decreto prefettizio è stata nominata la nuova Amministrazione per l'Ospedale Civile "G. Compagna" che risulta così composta :
Avv. Arcangelo Liguori, Presidente; Dott. Borromeo Pierino, Dott. Policastri Francesco. Sig. Aiello Giovanni, Sig. Formaro Vincenzo: membri.

Alla nuova Amministrazione, regolarmente insediatasi il giorno 28 u.s., formuliamo gli auguri di buon lavoro. 

(Cor Bonum, n. 18 del 3 agosto 1946)

Agosto 1946

Dall’America del Sud

Buenos Aires 29 agosto 1946

Sig. Avv. Arcangelo Liguori

Corigliano Calabro

…… qui stiamo facendo una sottoscrizione pro Ospizio di mendicità e l’iniziativa è nata dopo aver letto il vostro articolo su “Cor Bonum” indirizzato ai Coriglianesi d’America. Con Luigi Conte abbiamo avuto una riunione nel mio ufficio ed abbiamo raccolto circa mille pesos. In seguito abbiamo passato l’iniziativa alla nostra associazione “Cor Bonum” per darle un carattere di consenso e di contributo solidale fra tutti i compatrioti. Fino a questo momento credo che si sia raggiunta la somma di 10.000 pesos e spero che se ne raccoglieranno altri ancora.

Antonio Servidio fu Natale

A moltissimi questo nome sarà conosciuto e così quello di Luigi Conte. Il primo è un artigiano barbiere partito molti anni fa per L’America con una quantità di entusiasmo e di speranze; l’altro, un ignoto contadino. Poi li abbiamo visti al lavoro, in Buenos Aires e non ci fa meraviglia se oggi il primo ha un’agenzia di trasporti, ed il secondo credo sia diventato ragioniere, perché il contadinotto che girava per le vie di Buenos Aires, tutto il giorno, tirandosi dietro il famoso “carritto”, la sera, stanco, pigliava i libri ed andava a scuola. E vicino a questi due molti altri nomi ci ritornano alla memoria: don Micuzzo Tricarico, don Ciccio Cocola, Gigino Vulcano, Luigi Tassitani, Francesco Buongiorno, Giorgio Sapia, Angelo Campana, Domenico Licciardi, Giuseppe Forace, Vincenzo Borrelli, Salvatore Mannara, Pietro Aversente, Leonardo Russo, Paolo Catalano, Antonio Capalbo, Antonio Montillo, Giovanni Albamonte, Ciccillo e GiginoScorzafave, Francesco Albamonte, Vincenzo Madeo, Francesco Pistoia, Antonio Malagrinò, Angelo Magno, Francesco e Giovanni Marchese, Alfonso Buongiorno, Antonio Carlucci, Michele Ungaro, Antonio Ferrari, Giovanni Midolla, Gennaro Rago, Giovanni Campana, Pietro Paolo Servidio, Francesco Buongiorno, Antonio Lardaro ed altri, ed altri ancora; tutti brava gente, dal cuore buono, affettuoso e soprattutto memore del proprio paese. Dei quali parlavano con malinconia triste e gentile, ricordando ogni particolare, ogni cosa anche la più piccola e la più trascurabile, rivivendo nel desiderio di tornare a rivedere quelle cose, quegli uomini a cui la lontananza aveva tolto ogni asprezza ed ogni bruttura. Ed oggi questa loro bontà si risveglia, prende una forma concreta ed arriva agli uomini del nostro paese con la munificenza d’un dono, che servirà ad aiutare tanti poveri.

Essi non conoscono questi poveri, ma sanno che è gente del loro paese, che parla lo stesso dialetto, percorre le stesse strade, si ferma nelle stesse piazze e prega nelle stesse Chiese. Basta ciò perché questi poveri acquistino un diritto di preferenza al loro onore ed alla loro solidarietà.

Noi vi ringraziamo di quello che avete fatto e di quello che ancora farete, e vi raccomandiamo di non fermarvi sulla via della carità. Date senza guardare a quanto avete raccolto ed a quanto potrete raccogliere. L’Ospizio ha bisogno di costituirsi un patrimonio, sul quale poggiare solidamente la sua vita futura; l’Ospizio costa molto e la carità cittadina non può sostenerlo da sola e tanto meno difenderlo nell’avvenire; voi potete farlo. Non vi stancate; domandate nel nome di quella fraternità che è più forte quando viene da gente che ha conosciuto la povertà ed il sacrificio, e che attraverso una ferrea volontà di vita e di vittoria ha raggiunto quella sicurezza che manca a tant’altra gente, che non sa se il domani le porterà il tozzo di pane necessario alla sua vita miserabile.

Domandate nel nome degli scomparsi, che hanno lasciato una dolce e cara eredità di affetti e di ricordi; ricordiamo fra essi don Nino Tricarico, don Ciccio Cocola, sempre affettuosi, premurosi e soccorrevoli, Ciccillo Servidio, laborioso e modesto, Ciccillo Vulcano, il giovanetto tragicamente e prematuramente finito, che per primo pensò all’associazione dei “Coriglianesi uniti”, che poi si stabilizzò nell’attuale prospettiva “Cor Bonum”.

Domandate nei nomi del vostro paese che anche nei più immemori e nei cuori più chiusi veglierà un’eco di tenerezza, perché la vita può molte cose distruggere, ma non potrà mai cancellare dalla nostra memoria il volto di nostra madre e del nostro paese natio. 

a.l.                                                                  Cor Bonum n.21 del 20 settembre 1946

Settembre 1946

Denunce e arresti di noti "Massari" a Corigliano

Anche a Corigliano, come in molte città d’Italia, i Carabinieri e la Guardia di Finanza scoprivano nei casolari delle campagne grandi quantità di grano, sottratto all’Ammasso, che era un’istituzione che obbligava i massari a vendere ad un prezzo stabilito dal Ministero competente i loro prodotti agricoli, e in particolare il grano, salvo una certa quantità per i bisogni personali.

Alcuni ricchi massari di Corigliano, per evitare di vendere il grano al prezzo stabilito dallo Stato, lo nascondevano, per poi venderlo al mercato nero. Si trattava certamente di un grave reato, ma non nella misura che qualcuno, per scopi politici, lo volle far apparire. A tale proposito, famigerata fu “la messa alla berlina” del massaro Antonio S****, che, trovato in difetto, perché aveva nascosto del grano, veniva accompagnato, legato con una grossa catena e guardato a vista da più carabinieri, come se si trattasse del più grande brigante, in Piazza del Popolo, all’Ufficio dei vigili urbani, per essere interrogato. Una scena organizzata da un certo Maresciallo che invece di interrogarlo nella caserma dei carabinieri preferì portarlo in giro per Corigliano. Un fatto talmente vergognoso, che fece indignare un po’ tutti.

Per il “grano nascosto” furono, inizialmente, denunciati, in stato di arresto: Espedito L**** per 14 quintali, Antonio S**** per 100 quintali, Luigi R**** per 23 quintali e Luigi P***** per quintali 23. In stato di latitanza Gennaro C****** per 120 quintali. A piede libero Giuseppe T******* per 10 quintali, Salvatore R**** per 33 quintali e Paolo P***** per quintali 46. È stato, inoltre, tratto in arresto Filippo C***** per favoreggiamento nel reato C******.

Iniziavano dopo un paio di mesi i processi. E il Tribunale di Rossano condannava: Gennaro C****** a mesi quattro di reclusione e a L. 4.000.000 di multa; Salvatore R**** veniva assolto perché il fatto non costituiva reato; Vito N**** condannato a due mesi di reclusione e a L. 25.000 di multa, con tutti i benefici di legge. 

Un mese dopo, la faccenda del “grano nascosto” si concludeva con un nulla di fatto, quasi tutti gli imputati venivano assolti per non aver commesso alcuna illegalità (il grano restava sequestrato). Era iniziata l’era della Giustizia che smentiva se stessa, come, del resto, avviene anche oggi, nonostante allora come Ministro della Giustizia fosse il comunista calabrese Fausto Gullo. Ma questa è un'altra storia.

Ottobre 1946

Spaventoso incendio in via F. Compagna

Danni incendissimi ed alcuni feriti

Un violentissimo incendio si è sviluppato nella mattinata di venerdì (4-10-1946) in Via F. Compagna. Si presume che la causa sia dovuta alla perforazione del camino, che, dal forno di casa Avolio-Ortale, sfocia sui tetti del fabbricato dell’abitazione della signora Donna Agata Fanuele Terzi. La signora Ortale, infatti, quella mattina aveva acceso il forno per il pane e niente di più facile che qualche scintilla abbia dato fuoco al tetto di casa Terzi. L’incendio – questo senza dubbio – si è propagato dal tetto ed in meno d’una ora ha raggiunto proporzioni gigantesche, tanto da impressionare l’intero rione.

L’abitazione della signora Terzi, con tutto il mobilio e l’arredamento, è andata completamente distrutta. Gravi danni ha riportato l’abitazione di Avolio-Ortale e danni non gravi sebbene considerevoli quelle di Avolio Domenico e Luzzi-Caputo. Danni per circa L. 20.000 pure la copertura della casa Graziani.

Il fuoco è durato circa 5 ore. Non è possibile per il momento dare l’esatto ammontare dei danni, che, comunque, sono ingentissimi.

La popolazione tutta è accorsa a portare il suo valido aiuto, dando ancora una volta prova del suo profondo sentimento di solidarietà umana.

Molto fattiva l’opera svolta dai Brigadieri Strigaro e Pirri, dai carabinieri, dai vigili urbani e dai pompieri locali, che, sfidando i pericoli delle fiamme, non hanno tralasciato nulla pur di giovare allo spegnimento, al salvataggio di quanto possibile ed al mantenimento dell’ordine pubblico.

Vada loro la nostra ammirazione e la riconoscenza dei danneggiati. Vada infine un elogio speciale a Pepè Terzi, a Giulio Spezzano ed al vigile Straface, che, nell’adempimento di questo dovere morale e civile, hanno riportato contusioni o lesioni più o meno gravi.

Sabato mattina, il Sindaco ha visitato i luoghi del disastro, provvedendo, con tutta l’urgenza del caso, alle operazioni di sgombero e di riparazione. Pel suo vivo interessamento, infatti, già fervono le opere preparatorie per la riattivazione.

Data questa circostanza, non possiamo lasciar passare inosservata l’opera inutile ed inefficiente dei pompieri di Rossano, i quali, benché tempestivamente preavvisati della gravità dei fatti, sono giunti quando le fiamme divoratrici avevano tutto distrutto, con mezzi del tutto inadatti al caso e privi degli strumenti necessari.

Tanto segnaliamo alle nostre autorità ed a quelle competenti, perché servizi di tanta delicatezza, vengano svolti per l’avvenire, con più cura e con mezzi più rispondenti.

 

Sottoscrizione pro danneggiati incendio 4 Ottobre

Il terribile incendio sviluppatosi nella mattinata del 4 corrente ha distrutto o danneggiato la casa di parecchie famiglie.

Qualcuna di queste è addirittura sulla strada; la casa interamente bruciata, il mobilio distrutto, i pochi risparmi perduti nel fuoco; ciò vuol dire la miseria più nera e l’avvenire più triste ed inquietante. Tanto più che si tratta di famiglia di antica civilissima condizione che nell’ordine e nell’economia più rigorosa basava la sua vita quotidiana.

Di fronte a questi casi il cuore umano non ha che una sola parola: aiutare.

Per chi crede nella fratellanza umana deve aiutare per un sentimento insopprimibile di solidarietà e di amore.

Per chi crede in Dio deve aiutare, perché in chi soffre egli deve ravvisare un suo fratello.

Il Sindaco e il “Cor Bonum” lanciano una sottoscrizione a cui deve contribuire chiunque crede nell’uno o nell’altro sentimento; entrambi potenti e capaci di farci raggiungere lo scopo che ci prefiggiamo: aiutare tutti i danneggiati e ridare a questa famiglia la casa.

Inviate le offerte alla Direzione del “Cor Bonum”.

La somma raccolta sarà messa a disposizione del Sindaco, espressione totalitaria di quest’opera collettiva di bontà, perché venga adibita allo scopo che si prefigge.

Cor Bonum n. 22 del 10 ottobre 1946

Ecco le offerte  
Barone Compagna Francesco L. 10.000
Comune di Corigliano Calabro L. 5.000
Barone Compagna Renzo L. 5.000
E.C.A. L. 5.000
Cassa di Risparmio di Calabria L. 3.000
Baronessa Compagna Carmen L. 2.000
Baronessa Compagna Antonia L. 2.000
Contessa Compagna Rosaria L. 2.000
Cassa Rurale L. 2.000
Sindaco avv. Policastri L. 2.000
Garetti Rocco L. 1.000
avv. Attanasio Alessandro L. 1.000
Dr. Borromeo P. L. 1.000
Prof. Schettini L. 1.000
dr. Sangregorio L. 800
Lasso Francesco L. 500
Capalbo Vincenzo L. 500
fratelli Rizzo L. 500
Geom. Superchi L. 500
Cimino Carlo L. 500
Aiello Giovanni L. 500
Sangregorio Giovanni L. 500
Banca Nazionale L. 500
Lasso Espedito L. 500
Ferri Vincenzo L. 500
Cimino Leonardo L. 500
Dr Policastri Francesco L. 500
Salimbeni Giorgio L. 400
fratelli Cosenza L. 400
Argentino Giuseppe L. 335
Argentino Pasquale L. 335
Argentino Francesco L. 335
Piro Antonio L. 300
Geon. Candido E. L. 300
Adimari Francesco L. 300
Tramonte Giuseppe L. 300
Scarcella Vincenzo L. 300
Bombarola Alfonso L. 300
Rev. don Pasquale Gallina L. 200
Liguori Arcangelo L. 200
Nigro Giovanni L. 200
Amato Francesco L. 200
Madeo Luigi L. 200
Nigro Vito L. 200
Albamonte V. L. 150
Piro Giovanni L. 100
Amato Luigi L. 100
Gallo Giovanni Vincenzo L. 100
Loria Giuseppe L. 100
Iannini Rocco L. 100
Dr. Avella Saverio L. 100
prete anonimo L. 100
Schiavelli Francesco L. 100
Zampino Michele L. 100
De Novellisi Guglielmo L. 100
Romano Franco L. 50
Trotta Franco L. 50
totale(da controllare L. 54.115)  

Il 26 ottobre 1946

Seduta straordinaria del Consiglio Comunale

La seduta si apre alle ore 10:30. Sono assenti i sigg. Consiglieri G. De Novellis, S. Garasto, C. Nigro, A. De Rosis e G. Mollo.

Il Presidente, nel dichiarare aperta la seduta, fa presente che, trattandosi di seduta straordinaria, non ha ritenuto di dover presentare la solita relazione, riservandosi di farlo alla prossima seduta ordinaria, che sarà tenuta nella prima decade di novembre. Prega, quindi, i sigg. Consiglieri di limitarsi alla trattazione degli argomenti iscritti all’ordine del giorno.

S’inizia la lettura delle delibere prese d’urgenza dalla Giunta per la ratifica, ma il Consigliere Rodolfo Amato chiede di sapere chi ha riammesso il sig. Adimari al posto di Comandante delle Guardie.

Il Sindaco risponde che l’Adimari è ritornato al suo posto in virtù del diritto che gli proviene dalla sua qualità di Comandante, in pianta stabile, che non ha mai rinunziato. Egli era stato sospeso dall’impiego per sei mesi ed è evidente che, scontata la punizione, non poteva non riprendere il suo posto. Il fatto che egli non è ritornato subito dopo i sei mesi a ricoprire il suo posto, è dovuto soltanto a motivi personali dell’interessato.

Ha luogo in questo momento un’animata discussione a sfondo polemico, causata da alcune richieste del Consigliere Raffaele Amato. Quest’ultimo lamenta che il Segretario Comunale ebbe a negargli la visione di alcuni atti e che, rivolta richiesta scritta all’amministrazione, questa la lasciò senza risposta.

Il Sindaco chiarisce i motivi che lo hanno indotto a non rispondere e dichiara che egli ha messo sempre a disposizione dell’Amato tutte le pratiche e tutti gli atti, sempre che si è trattato di atti utili per lo svolgimento dei compiti dell’opposizione. Ma allorquando il consigliere Amato ha voluto assumere la figura e svolgere il compito d’ispettore dei Comuni e… fissare la sua residenza nella casa comunale per compiervi delle ispezioni e inchieste, a sfondo personalistico, s’è visto costretto a negare l’autorizzazione a tanto praticare.

Ciò facendo, egli si atteneva perfettamente a quanto prescrive la legge ed all’interpretazione che di essa danno maestri illustri di diritto amministrativo, quale Vittorio Emanuele Orlando, giurista di fama mondiale.

A questo proposito il Presidente dà lettura del seguente brano de “il Corriere Amministrativo” che sembra scritto proprio per il caso del prof. Amato.

…Omissis…

Il Consigliere Amato non è convinto e, nel commentare quanto sopra, ha espressioni che ledono la dignità e la suscettibilità del solerte Segretario Comunale, tanto da spingere costui ad intervenire nella discussione.

Segue tra questi e l’Amato un vivace scambio di parole, ma è subito sedato dal Sindaco.

Lo stesso Consigliere chiede delucidazioni circa l’avvenuto trasferimento del Segretario.

Il Sindaco precisa che il Segretario è stato soltanto nominato reggente dell’importante comune di Vibo Valentia, a partire dal 15 novembre, rimanendo titolare del nostro Comune.

Vengono ratificate, quindi, alcune delibere d’urgenza; dopo di che si passa alla nomina degli insegnanti del Liceo Ginnasio ed Asilo Infantile.

Il Presidente avverte che per facilitare la scelta ai signori Consiglieri, ha pregato alcuni componenti di esaminare i documenti presentati dai singoli candidati e di formare una specie di graduatoria della quale fa dare lettura e chiarisce che il lavoro di detti componenti ha valore puramente indicativo.

Alcuni consiglieri di minoranza vorrebbero che venissero nominati senz’altro i primi di questa specie di graduatoria. Altri fanno osservare che ciò non sarebbe giusto perché il Consiglio non deve tener presente i criteri tecnici soltanto, ma bensì anche quelli morali e personali dei singoli candidati.

Si va a votazione con l’astensione della minoranza ed eccone i risultati:

LICEO

Lettere : prof. Salvatore Garasto e Rosa Lombardi Satriani;

Filosofia: Francesco Antonio Arena;

Matematica: prof.ssa Fiorina Arnone;

Disegno e Fisica: Ing. Vincenzo Liguori;

Scienze naturali: Prof. Pasquale Cozzolino;

Francese: Prof.ssa Petrucco;

Religione: prof. Don Pasquale Gallina.

GINNASIO

Lettere: Proff. Michelangelo Garasto, P. Leonetti e Marchianò;

Economia Domestica: Prof.ssa Iolanda Calogero Funari;

Disegno: Ugo Cambisani.

ASILO INFANTILE

Rina Vivacqua; Ada Dramis ed Elena Cardamone.

Di poi, il presidente fa dare lettura di una lettera del prof. Fortunato Bruno, con la quale lo stesso informa l’amministrazione di essere costretto a dimettersi dall’incarico di preside del Liceo Scientifico, per gravissimi motivi di salute e di famiglia.

Ecco il testo:

Ill.mo sig. Sindaco di Corigliano.

Con sommo dolore sono costretto ad esporre alla S.V. Ill.ma quanto segue:

Gravissime ragioni di salute e di famiglia mi vietano in modo assoluto di continuare ad occupare l’onorevole incarico della Presidenza e la supplenza dell’insegnamento nel nostro Liceo Scientifico.

Prego, perciò, V.S. di volermi ritenere dimissionario dell’una e dell’altra carica appena spirato l’anno scolastico, e indicarmi a chi dovrò fare la consegna dei locali e dell’Ufficio. Io non fò nomi di persone che potrebbero sostituirmi per non intralciare la risoluzione che la S.V. prenderà.

Staccarmi dal “Garopoli” è per me come staccarmi dalla vita, ma il pensiero di non poter compiere quel dovere, a cui per circa cinquant’anni sono stato sempre ligio, m’impongono l’allontanamento.

Inutile dire che, per quanto le mie forze me lo consentiranno, sarò sempre a disposizione del mio successore per quei consigli che possono occorrergli nel faticoso e delicato ufficio.

Con i più vivi ringraziamenti per la fiducia di cui codesta on.le amministrazione mi ha sempre onorato, mi abbia

Suo de.mo

Fortunato Bruno

Nel Tratteggiare la nobile figura del prof. Fortunato Bruno il Sindaco si dichiara addolorato di vedere allontanare dall’Istituto l’Uomo che l’Istituto stesso ha fatto sorgere ed ha potenziato con il suo lavoro diurno, appassionato e prezioso di educatore e di studioso.

D’altra parte – continua il Sindaco – le ragioni che hanno indotto il prof. Bruno a rassegnare le dimissioni non ci consentono di non accettarle. Tutti sappiamo come, Egli il Preside illustre, si sforzi di assolvere suo il compito con quella maestria e quell’abnegazione che gli hanno guadagnato la stima e l’affetto dei cittadini e delle autorità, ma sappiamo egualmente quanto gravissimo danno derivi alla sua salute da tanto lavoro e da tanta responsabilità.

Invita, pertanto, il consiglio a pronunciarsi in merito alle dimissioni del prof. Fortunato Bruno ed il Consiglio, ritenuto che l’aver accettato finora di restare in servizio da parte del prof. Bruno nelle gravi condizioni di salute in cui si trova, costituisce di per se stesso la prova più tangibile dello spirito di sacrificio e di dedizione alla scuola, che per oltre 40 anni ha distinto e caratterizzato questa magnifica figura di educatore e di studioso; ritenuto d’altra parte che non è lecito abusra più a lungo del senso di attaccamento e, di dedizione all’istituto da parte dell’Insigne Maestro decide a malincuore di accogliere le dimissioni e fa proprio il sentimento di unanime rincrescimento per le dimissioni presentate, e di stima e devozione per l’Uomo che, in tanti anni di vita scolastica, ha profuso a piene mani il tesoro inesauribile della sua bontà e della sua cultura.

 

Tributa al prof. Fortunato Bruno l’elogio più incondizionato e formula voti ed auguri perché sia, ancora per molti anni, conservato all’affetto della sua famiglia ed all’amore dei suoi concittadini.

La seduta continuerà con altri punti all'ordine del giorno.

                                                                 Cor Bonum nn. 23-24 del 16 novembre 1946

Bollettino Demografico Mensile

Nati 61

Nati morti 5

Morti 24

Matrimoni 22

Novembre 1946

Consiglio straordinario del 26 ottobre 1946 - Lettera di dimissioni del Preside Prof. Fortunato Bruno

(cliccare sull'immagine e ingrandirla per la lettura)
Cor Bonum n. 23-24 del 16 novembre 1946

Commemorazione dei defunti

La decorrenza dei defunti è riuscita davvero questa volta una grandiosa manifestazione di pietà.

Ci ha contribuito anche il tempo: una giornata primaverile e quasi calda.

Ma quello che noi dobbiamo notare e di cui ci dobbiamo compiacere vivamente con le autorità è stato il fatto di aver trovato finalmente il Cimitero pulito, in ordine, senza i soliti ingombri e spoglio di tutte quelle erbacce che ne facevano di solito un luogo poco riverente per i Poveri Morti.

E c’è di più. È la prima volta che le Autorità Comunali si sono preoccupate di dare alla mesta cerimonia un carattere di ufficialità ed anche, diremo, di solennità.

Vi è una quantità innumera di morti per i quali non vi è il suffragio di una Messa o d’un ricordo. Per questi, perduti nel tempo, nella memoria,  e per quelli ancora, anche se recentemente sepolti e presto dimenticati, vi è stato chi li ha ricordati e chi ha pregato per loro. Il Comune, cioè tutti i cittadini di Corigliano, che a mezzo della sua maggiore autorità municipale, ha presenziato nella Cappella Comune, alla cui soglia prestavano servizio due Guardie Municipali.

È una signorile, civile iniziativa, che non va trascurata e che dovrà essere continuata, anzi resa più bella e significativa ed imponente.

E perché ciò si ottenga è bene che il Comune pensi a rimettere un po’ quella Cappella che è troppo malandata per tutte le macchie d’umido che ne deturpano i muri e per quella troppo povera semplicità che ne fa quasi una cappellaccia di campagna. 

A quest’opera potranno contribuire anche l’offerta e la devozione dei privati; il Comune ne lanci l’iniziativa e la porti a termine.  

 

Disservizio Telefonico

Il disservizio che da anni regna nella nostra zona per i telefoni, ha raggiunto veramente l’apice, né tende a diminuire.

Non si può mai avere il piacere di fare una telefonata quando, dove e come si vuole.

Le linee sono continuamente interrotte e guaste.

Gli operai mancano e, quando si verificano le interruzioni ed i guasti, essi non hanno mai molta fretta. E dire, invece, che sono puntualissimi nelle riscossioni dei canoni, esosi e mal percepiti!

“Il vento ha abbattuto i pali”, “L’acqua ha bagnato i fili”, “Gli operai non hanno tempo”, perché troppo oberati del non fare nulla: son tutte scuse belle e buone.

Noi, invece, siamo convinti che la causa sia solamente dovuta all’aspirazione di migliori guadagni ed al fatto che mai nessuna autorità ha stretto freni e redini a queste ditte assuntrici, che ingrassano nei loro miliardi indisturbatamente.

 

Attenti alla pazienza!                                Cor bonum n. 23-24 del 16 novembre 1946

 

Tessera Annonaria

Per coloro che hanno la tessera annonaria – dal nome di Annona, antica dea italica delle messi, e poi nome dei magazzini pubblici che nell’antica Roma contenevano cereali per i tempi di carestia – una bella notizia : a giorni sarà distribuita una razione di riso di gr. 200, la quale sarà integrata da una successiva distribuzione di gr. 300 di pasta, non appena questa sarà giunta da Padova. Anche per lo zucchero avremo una nuova distribuzione di gr. 300 non appena sarà integrato il fabbisogno di tutta la provincia.

Relazione del Sindaco all’ultimo Consiglio Comunale

Prima di passare alla trattazione dell’ordine del giorno, il Sindaco rende edotto il Consiglio del lavoro svolto dall’Amministrazione durante il periodo precedente la seduta e traccia il programma per l’esercizio venturo.

Dalle parole del Sindaco emerge chiaramente che pieno intendimento dell’Amministrazione è quello di venire incontro ai Reduci, intensificando l’assistenza lavorativa, alimentare, medico-farmaceutica, nonché la concessione agli stessi delle terre comunali.

Soffermandosi sulla situazione alimentare del nostro paese, fa notare che la stessa non è tanto preoccupante, che l’affluenza dei prodotti locali sul mercato è discreta e che, ciò nonostante, farà di tutto per un graduale miglioramento e per un severo controllo sulla disciplina del commercio di esportazione.

Passando a discutere sui lavori pubblici, precisa che oltre ai lavori interni incorso, è in atto un vasto programma di opere per la riattazione delle strade, arginatura dei corsi d’acqua e bonifiche locali, di importo notevole. Dopo aver assicurato il prossimo inizio dei lavori dell’Acquedotto, afferma la volontà dell’Amministrazione per un proporzionato ampliamento del Ginnasio e del Liceo, che sono gli Istituti massimi del nostro paese, nonché la necessità, che si fa giorno per giorno più sentire, della costruzione di due edifici scolastici a tipo rurale a Schiavonea ed alla Stazione e l’allargamento di quelli alla sede, resisi ormai insufficienti a contenere la popolazione scolastica.

Circa le finanze, il Presidente assicura Consiglio e cittadini che se la situazione finanziaria del nostro paese non è tanto soddisfacente, non è neanche il caso di esagerarla e drammatizzarla, in quanto se il deficit di cassa del Comune ammonta a 13.000.000 di lire, è pur vero che il Comune dovrà ancora ottenere il rimborso delle seguenti somme, che non sono affatto trascurabili: Due mutui del complessivo importo di L. 2.500.000; rimborso dallo Stato di oltre 1.000.000 speso dal Comune per il servizio razionamento consumo; circa 1.500.000 per premi vari corrispondenti al personale; il contributo integrativo del bilancio dell’esercizio in corso,che  pur a volerlo commisurare al 50 per cento del richiesto, verrebbe ad ammontare a 7.000.000. È da tenere conto poi che ancora dovranno andare in riscossione i suppletivi 1945-46 per imposta di famiglia, il cui cespite sarà elevato a circa 3.000.000 di fronte alle poche decine di migliaia di lire presentemente in riscossione.

Il Sindaco conclude che la situazione finanziaria del Comune non è che la fatale conseguenza di una situazione generale, alla quale non è possibile sottrarsi senza sottrarsi alla realtà stessa, che bisogna accettarla per quella che è, e che, per fronteggiare questa situazione anormale ed evitare il peggioramento, è necessaria la collaborazione delle classi produttive e lavorative del paese, nonché collaborazione e fiducia dei consiglieri tutti.

Il Consigliere Raffaele Amato, in nome dell’opposizione, riafferma ancora una volta che la volontà della più schietta collaborazione ad ogni atto dell’amministrazione che sia rivolto al bene del paese.

Dissente dal piano della politica finanziaria esposta dal Sindaco, propone la revisione dell’organico degli impiegati comunali e consiglia una motivazione delle spese.

Il Presidente assicura il Consigliere Amato che la revisione della pianta organica sarà fatta, ma non potrà promettere nessuna economia in materia di lavori pubblici, perché tali spese serviranno a compensare la disoccupazione operaia e quella dei reduci.

Dopo alcune battute vivaci e personali da parte di alcuni della minoranza, si passa all’Ordine del giorno.

Il Presidente espone la necessità che il Consiglio proceda alla nomina dell’incaricato per la reggenza della Presidenza del Liceo Scientifico, nonché all’istituzione, sia pure provvisoria del posto di segretario e nomina dell’incaricato. A tale proposito fa osservare che a Preside e Segretario potrebbero essere chiamati Rettore e Censore del “Garopoli”, presentemente inattivi, realizzando così sicura economia ed utile impiego di personale che, diversamente, dovrebbe essere collocato in disponibilità.

Dopo una breve discussione, specie da parte dell’opposizione, contraria all’istituzione del posto di segretario, amenocché questo posto non sia provvisorio, il Consiglio approva gli incarichi di Preside del Liceo al prof. Marcotullio Sabatino, le cui capacità sono note a tutti e di segretario al sig. Micuzzo Marchianò.

Poiché i Preside del liceo e del Ginnasio hanno insistentemente chiesto un insegnante di lettere ciascuno, il Sindaco invita il Consiglio a procedere alla nomina degli stessi.

Con l’astensione della minoranza vengono nominate le dottoresse De Luca Gilda per il Liceo e Satriana Lombardi Beatrice per il Ginnasio.

Un’animata e vivace discussione ha luogo per quanto riguarda il licenziamento e l’assunzione degli impiegati avventizi.

Poiché dura a lungo e tende a pigliare piega personale, il Sindaco invita senz’altro il Consiglio a decidere se debbansi o meno licenziare i sei avventizi proposti dalla Commissione Provinciale.

La votazione dà il seguente risultato: SI, 18; NO, 3; ASTENUTI, 1. Per quanto riguarda l’assunzione per i posti resisi vacanti, sarà osservata per i reduci la percentuale prescritta dalla legge.

In merito al fitto dei terreni comunali si accettano in pieno le giuste richieste delle due locali cooperative, alle seguenti condizioni:

1.    Divieto di subaffitto;

2.    Canone per quota in ragione del 50 per cento sui valori calcolati ai prezzi odierni;

Per la vendita del ciocco e della radice, ad unanimità, si stabilisce di effettuarla su prezzo base e con asta pubblica.

La costituzione del Comitato Patronato Scolastico viene rimandata in attesa che il Corpo Insegnanti nomini i suoi rappresentanti.

Un’altra viva ed animata discussione ha luogo per quanto riguarda la revisione delle GG. MM. Ed il loro servizio.

Il Consigliere Pirro si dichiara favorevole ad aumentare l’organico, raccomandando l’istituzione di un corso addestramento vigili del fuoco.

Il Consigliere Cosentino si augura che l’aumentato numero possa far migliorare il servizio di cui lamenta alcune deficienze.

Il Consigliere Nigro mette in rilievo lo spirito di abnegazione e di attaccamento al dovere dell’intero corpo.

Il Consigliere Amato approva la proposta Pirro e pur lamentando alcune deficienze, propone un plauso per il servizio svolto dal Brigadiere Pirri e dell’agente Guidi, in occasione dell’incendio avvenuto il 4 ottobre.

Le proposte vengono accettate ed ad unanimità viene aumentato l’organico dei vigili al numero di 18, oltre Comandante e Vice Comandante.

L’estensione del Regolamento Municipale alle frazioni Marina e Stazione viene accettato ad unanimità.

PER LO SFRUTTAMENTO DEI BOSCHI COMUNALI SI Dà MANDATO AL Sindaco di svolgere la relativa pratica.

La seduta è chiusa ad ore 13:30

La prossima seduta avrà luogo il 2 dicembre p.v. ad ore 10. 

 

Cor Bonum n.25 del 26 novembre 1946

Dicembre 1946

Sul delitto della Schiavonea

Nella serata dell’8 corrente un nefando delitto ha impressionato la pacifica popolazione della Frazione Schiavonea.

Verso le ore 19, nella casa di tale signora O******, che è situata nelle adiacenze della porta di Rossano del Quadrato Compagna, venivano a diverbio i giovani S******* Ignazio di anni 21 circa e Martilotti Francesco di Giuseppe di anni 23, entrambi di Schiavonea

Dalle parole e dalle minacce passarono ben presto a vie di fatto e dopo lo scambio di qualche batosta lo S*******, estratta di tasca un’arma da taglio (non è ancora precisato se trattasi di pugnale o di coltello a molle) feriva il Martilotti nel basso ventre.

Soccorso, il Martilotti veniva trasportato immediatamente nel locale Ospedale civile, dove gli veniva riscontrata ferita da punta e taglio alla regione mesogastrica lunga circa 6 cm. E diretta in senso orizzontale in cavità con fuoruscita e lesioni intestinali e di grossi vasi, con grave emorragia secondaria e gravissimo chok.

Nonostante le cure prodigategli, il Martilotti è deceduto poche ore dopo.

Le cause del delitto non sono ancora esattamente accertate, essendo molte le versioni che si sostengono. Di certo c’è che o si è trattato delle carte, o del vino, o di gelosia, tre bambini ed una giovane vedova invano attenderanno il ritorno del Martilotti.

La Giustizia prosegue accuratamente nelle indagini. 

 

Furto nel Convitto Garopoli

Un ingente furto è stato perpetrato nei locali del Convitto “Garopoli” la sera dell’8 corrente, approssimativamente dalle ore 20 alle 23. Ignoti ladri, dopo aver scavalcato il muro di cinta della palestra ed aver fracassato la finestra che immette nella terza camerata del Convitto, sono penetrati nel cortile interno all’Istituto. Indi, con apposite leve di ferro, parte delle quali trovate sul luogo del delitto, sono riusciti a penetrare nel guardaroba.

Risultano asportati n. 20 tovaglie da tavola, 13 lenzuola e 5 federi, il tutto del valore complessivo approssimativo di L. 50.000. 

La Giustizia prosegue le indagini per la scoperta dei ladri.

 

Il Congresso di Zona dell’Uomo Qualunque

Domenica, 8 corrente, nel locale Cine – teatro Valente, con la partecipazione del Segretario del Centro provinciale, avv. Giovanni Caputo, di una rappresentanza della vicina Rossano, avv. Sensi, Grand’Uff T. Smurra, comm. Avv. A. Rizzo, dott. Pisani, ing. Federico, nonché del Sindaco e delle Autorità locali espressamente invitate, e di una vasta rappresentanza di Liberali, Monarchici e Democristiani, si è tenuto un congresso circondariale del Fronte dell’U. Q.

Non c’è stato bisogno dell’usuale generica propaganda, ma è bastato il solo nome degli oratori comm. Rizzo ed avv. Caputo, che il teatro, già sin dalle ore 10, era gremito di tanta gente che a stento ci si poteva contenere ed ha determinato, così, una concorde uniformità di consenso, che è espressione di consapevolezza e di stima; consapevolezza dei bisogni della ora e delle benemerenze di questi oratori che hanno saputo guadagnarsi un posto di preminenza che li distacca da quanti concepiscono la politica come meta delle loro ambizioni; stima perché appartengono a quella gente che tiene alta la dignità del Fronte.

Il dott. G. Bruno, dopo le presentazioni del caso, ha illustrato il programma svolto e da svolgere della locale sezione, soffermandosi maggiormente sullo sviluppo del Fronte nelle ultime elezioni e sulla costituzione di una cooperativa di consumo, assicurandone l’apertura per non oltre il 10 p.v.

Poco dopo, ha preso la parola il reduce Cardamone, che, in un caloroso appello rivolto ai reduci, partigiani e Combattenti, li ha esortati ad aver fede nell’avvenire della Patria, precisando che essi hanno combattuto fidenti in una buona stella e che non sono essi che hanno perduto. Si è fatto il proprio dovere combattendo per l’Italia e, quindi, bene ed egualmente si è meritato dalla Patria.

Il comm avv. A. Rizzo, dopo aver portato agli amici di Corigliano il saluto della sua Rossano, ha illustrato i rapidi progressi del Fronte, incitando tutti ad un lavoro più alacre e ad un’opera di propaganda più attiva e fattiva per raggiungere mete sempre più alte.

Prende, dopo, la parola l’avv. Caputo ed in un’orazione durata quasi un’ora, con la sua parola calma, precisa e convincente, tanto da commuovere veramente l’uditorio, ha tratteggiato in ogni suo minimo particolare il programma dell’U.Q.

Si è soffermato principalmente sui propositi di far rinascere il nostro lavoro ed il nostro benessere, sottolineando la necessità di unirci, sinceramente, per proteggere la sanità della nostra famiglia, e la religione che è principio e fine di tutta la nostra vita e della vita di ogni popolo, concludendo che in questi intenti ci si deve fortificare contro ogni principio disgregatore di ogni nostro patrimonio, specie morale.

Tutte le orazioni sono state interrotte da vibranti applausi, ma quelle del comm. Rizzo e dell’avv. Caputo, hanno superato ogni nostra aspettativa.

Nessun incidente ha turbato il congresso, che si è svolto in un clima veramente democratico.

Alla fine è stato votato il seguente ordine del giorno:

Gli amici Qualunquisti della zona di Corigliano Calabro, riuniti in congresso, presenti il Segretario Provinciale ed una rappresentanza degli amici della città consorella di Rossano;

Constatato lo sviluppo preso nella zona dal Partito; soddisfatti dell’esito delle elezioni politiche prima ed amministrative poi, in tutta Italia e specialmente nel meridione; constatato l’entusiasmo che le loro idee hanno destato nell’ambiente femminile, espressione della gentilezza e della pace, si propongono di non riposare sui primi allori, ma di aumentare la loro attività nell’interesse del partito, e quindi della Patria; inviano un affettuoso fraterno saluto al loro concittadino, Vincenzo Tieri, di cui sono orgogliosi e lo pregano di significare a Guglielmo Giannini che riconfermano la loro fiducia in Lui e lo esortano a continuare nella sua grande opera diretta a salvare la madre nostra Italia. 

                                                                  Cor Bonum n. 26 del 13 dicembre 1946

 

Muore l’Arciprete della Chiesa di S. Maria Maggiore : don Agostino De Gennaro

Il nostro caro e vecchio Arciprete don Agostino De Gennaro alle due del mattino di oggi(30 dicembre) ha cessato di vivere.

Veramente Egli è morto nel mattino di quest’ultimo Natale, perché pochi giorni sopravvissuti per la vita del Suo Spirito non hanno nulla rappresentato.

Però l’affetto dei suoi parrocchiani e di tutti i cittadini gli è stato vicino e premuroso, ininterrotto come per 51 anni gli furono vicino, affettuoso e rispettoso sempre.

Egli ha retto la Parrocchia onestamente, pienamente: tessere a Lui lodi più ampie sarebbe come offendere la grande Cristiana Modestia sulla quale visse e di cui s’improntò ogni atto della Sua Vita di parroco e di cittadino.

Noi tutti abbiamo di Lui certamente un ricordo impresso nella memoria: ricordo di fanciullezza o di uomo, egualmente cari ed egualmente legati ad un momento della nostra vita, ad una memoria triste o lieta.

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I funerali sono stati celebrati nelle prime ore del pomeriggio di oggi. Dopo le rituali funzioni, il Reverendo don Carlo Terzi ha ricordato con brevi e chiare parole la Vita di questo Santo Uomo. Indi, la Salma è uscita dalla Chiesa, seguita da tutti i familiari.

Imponentissimo veramente è stato il corteo.

Erano presenti le rappresentanze di tutte le Congregazioni, il Clero al completo, le Suore dell’Ospedale e dell’Asilo di Schiavonea, rappresentanti delle Autorità Civili e Militari, di tutte le organizzazioni e gli Istituti locali ed una massa di popolo veramente interminabile.

Il corteo si è fermato in Piazza del Popolo, dove il Reverendo don Liberale Piraino, fra la commozione generale degli astanti, ha illustrato brevemente la vita di don Agostino, il Suo attaccamento al Culto Divino, alla Carità Cristiana, al sollievo degli afflitti, facendo notare come Questo Ministro di Dio non abbia mai indietreggiato, né dinanzi all’avversità, pur di contribuire al trionfo della Giustizia e della Chiesa.

Il corteo ha proseguito, quindi, fino a Via Abenante, dove, fra il pianto degli inconsolabili parenti e fra la commozione che si leggeva sul volto di tutti, il nostro Arciprete ha ricevuto l’ultimo saluto.

 

[La famiglia De Gennaro ringrazia, a nostro mezzo, tutti coloro che hanno voluto pigliar parte al loro immenso dolore, per la perdita del loro Caro Congiunto. Reverendo Arciprete don Agostino De Gennaro- Corigliano Cal. 30-12-1946]

                                                 Cor Bonum n. 1 del 5 gennaio 1947

 

Bollettino Demografico Annuale
Nati 708

Morti 246

Matrimoni 161

Popolazione 19.529