Correva l'anno 1900

Il Popolano n. 3 del 25 febbraio 1900


Il Popolano n. 5 del 9 aprile 1900

VINCENZO VALENTE A CORIGLIANO.

La sera del primo Marzo del 1900, giunse a Corigliano, inatteso, accompagnato da un amico, uno dei suoi figli migliori, per il lustro che stava dando e che avrebbe continuato a dare alla nostra città: il M° Vincenzo Valente.
Nato il 21 Febbraio del 1855 a Corigliano e deceduto il 6 Settembre del 1921 a Napoli, dove risiedeva stabilmente fin dalla giovane età, e dove, nel suo salotto, aveva accolto i maggiori musicisti e poeti dell’epoca, fu uno dei più importanti esponenti della tradizione melodica napoletana. Fu compositore, paroliere ed autore di testi da caffè concerto.
Giunto in città e preso alloggio all’Albergo Risorgimento, appena si sparse la notizia del suo arrivo, fu circondato dall’affetto e dalla curiosità di tantissimi concittadini che chiedevano notizie di lui, volevano salutarlo e manifestargli la loro stima. Il maestro non si sottrasse alla calorosa accoglienza: salutò, strinse mani e sorrise a tutti con gentilezza e modestia.
La sera del giorno successivo il m° Valente fu ospite presso il Casino d’Unione, un circolo di notabili del nostro paese (conosciuto anche come il Circolo dei galantuomini, è sopravvissuto peraltro fino a poco tempo fa e forse è stato chiuso per estinzione dei galantuomini nella nostra città)).
Si racconta che l’accoglienza fu davvero festosa e degna del personaggio. Il circolo fu addobbato per l’occorrenza con tanti fiori e numerose signore e signorine della buona società (il fior fiore della cittadinanza le descrive la cronaca dell’epoca) fecero da contorno a tanta lieta evenienza.
A ricevere il m° Valente, sull’ingresso del circolo, il presidente avv. G. Attanasio, il prosindaco, avv. G. Terzi che tenne un discorso con belle e sentite parole (omissis).
Piacevolmente sorpreso e commosso da tanta simpatica manifestazione di benevolenza, il maestro, tornato a Napoli, sente il bisogno di ringraziare i soci del Casino d’Unione e in data 4 Marzo 1900 così scrive al presidente G. Attanasio:

“Egregio presidente,
destatomi in Napoli dall’affascinante sogno in cui ero immerso, sento il dovere di rinnovare in iscritto i miei più sinceri ringraziamenti e la mia eterna gratitudine per la manifestazione di affetto che voi e tutti i cari soci del Casino d’Unione voleste dimostrarmi.
Oh! Come sarei felice di vivere in mezzo a voi in codesto paese incantato, lontano dalla ipocrisia continua delle grandi Città. Oh! Come sarei beato di dare vita al canto calabrese, come ho fatto col napoletano e col siciliano; ed infine morire in mezzo a voi con l’ultima parola sulle labbra: Corigliano… Corigliano.
Dunque grazie, grazie ed un bacio a tutti con la speranza di rivederci.
Obb.mo ed aff.mo 
Vincenzo Valente

Notizia tratta da “Il Popolano” del 4 Marzo del 1900.

Fonte – post pubblicato su Facebook da Giuseppe Pellegrino

La tragedia di Monza

Col seguente telegramma il Cav. Adorno, Sottoprefetto di Rossano, annunziava al nostro Municipio la tragedia di Monza. Ieri ore 22,30 Sua Maestà il Re Umberto 1° accogliendo invito Comitato Concorso Provinciale Ginnastico apertosi Monza 29 corennte recavasi palestra accolto Autorità, popolazione acclamante. Finita premiazione mentre Sua Maestà stava per uscire palestra in carrozza coperta furono improvvisamente sparati quattro colpi rivoltella da individuo che fu arrestato ed a tempo sottratto furore popolare. Re colpito tre proiettili, uno dei quali toccò cuore, giunse Palazzo esanime. Regicida qualificasi Bressi Gaetano fu Gaspare, fu Maddalena Gobbi, nato Prato 10 novembre 1869, tessitore seta, dicesi anarchico, proveniente America. Allo apprendere la ferale notizia tutti restammo sbalorditi e quasi pietrificati. Non si voleva prestar fede al triste annunzio, quantunque venisse da fonte ufficiale: tanto era grande la stupefazione e il dolore! Numerosi capannelli si vedevano per le vie, e sul volto di tutti si leggeva l'amarezza profonda che suole invadere gli animi nelle grandi sventure di famiglia. Anche le donne del volgo, piangendo,maledicevano all'infame assassino. Molti signori si recarono al palazzo municipale per esprimere al Commissario-Prefettizio, dott. Bossolo, le proprie condoglianze. Tutti gli uffici pubblici issarono le bandiere a mezz'asta e abbrunate, e i negozi stettero socchiusi in segno di lutto nazionale. Corigliano, che ebbe l'onore di ospitare il Figlio dell'amato e compianto Sovrano così barbaramente tolto all'affetto della Nazione, sente più vivo il dolore per tanta inaspettata sventura, e altamente protesta contro l'immane misfatto! Ad iniziativa dei giovani studenti signori Leonardo Marinara, Policastri Luca e Luigi, De Tommaso Felice, Capua Gaetano, si organizzò una dimostrazione di protesta, contro l'infame misfatto che privò l'Italia del suo amato Sovrano. Alle ore 18 del 31 giugno una gran parte della cittadinanza, con a capo le autorità si muoveva da Piazza del Popolo e si recavano al palazzo municipale, ove si trovava il Commissario che regge il nostro Comune, al quale presentarono due bellissime corone. Nella sala del Consiglio parlò prima lo stesso Commissario, poi il prof. Nicola Gallerano e il giovane studente Luca Policastri, tutti applauditi. Dal municipio la dimostrazione ritornava in Piazza Vittorio Emanuele ove il prof. Domenico Gallerano pronunziò altro forbito ed energico discorso, stigmatizzando l'orrendo regicidio di Monza. Quindi la dimostrazione si sciolse.

(N. 13 del 4 agosto 1900)

 

II fontanino di piazza Municipio

 Si abbia l'Illustrissimo Regio Commissario il nostro sincero elogio per il pensiero che ha della buona manutenzione delle vie ed opere pubbliche della città. Fece, tra l'altro, eseguire restauri nel palazzo municipale e nella piazzetta che vi da accesso e non abbiamo che a lodarlo; però ci permettiamo di metterlo a conoscenza di uno sconcio che non si è pensato da altri fargli conoscere. Il fontanino di piazza Municipio è quasi sempre affollato di persone che vanno ad attingervi, le quali vengono molestate dai monelli e ragazzi del luogo, che è una grazia quando, dal muricciuolo che fa spalliera al sedile fuori, la Tesoreria Comunale, gettano sabbia negli orciuoli; ma ordinariamente vi sputano, per lo meno. Ciò non basta: qualche sera poi non mancano i cicisbei che, per effetto delle molte libagioni, vanno dallo stesso muricciuolo a corteggiare, con modi poco desiderabili, le ragazze che vanno di sera a provvedersi di acqua. Siccome questo inconveniente potrebbe qualche volta procurare guai  seri, se un parente di alcuna giovinetta che attinge si trovasse a passare nel momento in cui è fatta segno alle poco gentili garbatezze sopra dette, sarebbe cosa ben fatta che quel muricciuolo fosse portato ad una altezza da scongiurare i lamentati inconvenienti. 

( N. 16 del 10 ottobre 1900)

 

Serata intellettuale

 La sera del 25 ottobre, nel nostro teatro affollatissimo, il prof. De Roberti ha dato non pochi esperimenti della sua grande facoltà d'iperpercezione. L'egregio professore che, per i suoi studi e per la serietà degli intendimenti, non va confuso con i tanti ciarlatani che scorazzano l'Italia da un capo all'altro, ha dimostrato che, mediante il contatto con il soggetto pensante, se ne può percepire la volontà! E la nostra cittadinanza è stata larga d'incoraggiamento e di applausi al valoroso autosuggestionista.

(N. 17 del 29 ottobre 1900)