Correva l'anno 1885

Il Popolano n. 2 del 8 febbraio 1885

Il Popolano n. 3 del 21 febbraio 1885

Da "Il Popolano" N. 4 del 7 marzo 1885

Cose Municipali

Finalmente, dopo lunga gestazione è stato officialmente trasmesso a quest'Amministrazione Comunale il decreto di approvazione del prestito delle lire duecento mila, già votato da questo Consiglio circa tre mesi fa — Te Deum laudamus — Ci è voluto del bello e del buono per far intendere ai signori Componenti la Deputazione Provinciale, che il danaro da mutuarsi, servir dovrà, non per cose di lusso, bensì per sistemare la finanza del Comune, togliendo, debiti, e per fare le opere strettamente necessarie a migliorare le condizioni igieniche, non troppo soddisfacenti, di questa Città. Del resto, meglio tardi che mai.

Il curioso s'è che la prelodata Deputazione di mala voglia ha approvato il prestito, osservando, che questo poteva evitarsi, se l'Amministrazione Comunale avesse curato di esigere i numerosi crediti esistenti, senza punto riflettere che codesti crediti, eliminati con sentenze di Tribunali e con acclaratorie prefettizie passate in autorità di giudicati inappellabili, sono tutti ipotetici ed insussistenti, mentre i crediti della Provincia per milioni di lire, liquidi ed esigibili, si lasciano, da più anni, inesatti per non molestare i debitori, preferendo invece il sistema, più comodo, di riempire la vuota cassa provinciale con imporre a più non posso balzelli ai malcapitati contribuenti.

Perché dunque la Deputazione Provinciale non fa a sé stessa cotesto meritato rimprovero, che a torto rivolge al nostro Municipio?

 

Opere Pubbliche

Giacché siamo a parlare di opere pubbliche, e visto che il Consiglio Provinciale ha approvato il tanto desiderato prestito di duecento mila lire, è buono ricordare ai nostri Padri Coscritti che Corigìiano manca di un Teatro. E’ indubitato che la parola Teatro farà sgranar tanto d’occhi a certuni che veggono in esso non altro che il semplice diletto e, forse forse, qualcosa di peggio…

Noi non vogliamo qui enumerare i vantaggi che può ritrarne l’educazione di un popolo; diciamo soltanto che Teatro e civiltà si stringono fraternamente la mano. Ricordiamo che Corigliano in illo tempore non difettava di quest’opera istruttiva, sicchè pare che in fatto di progresso abbiamo peggiorato. Qualcuno dirà che prima del Teatro è meglio pensare alll’igiene pubblica. Conveniamo anche noi perfettamente su ciò, ma quando si vuol fare, si fa; il peggio s'è che talune cose — non credute necessarie — si lasciano, per questo, nel dimenticatoio e allora passano, anni ed anni e, proprio quando se ne sente la mancanza, ci si toma sopra e poi di nuovo nell'oblìo, e così alternando, non si vede mai nulla. Rivolgiamo pertanto la calda preghiera ai nostri volenterosi Consiglieri affinché nei lavori da farsi, ci comprendano anche il Teatro, necessità assoluta per Corigliano che non tiene altro svago.

GLI SCAVI DI SIBARI

Una delle opere che onoravano non solo Corigliano e la Calabria, ma l'Italia intera; perché aveva per effetto di seppellire e presentare all'adorazione dei moderni le reliquie della gloriosa civiltà del Mondo Antico-quella della Magna Grecia- è rimasta a mezzo!

Per chi ritiene un'esagerazione quanto noi diciamo, legga ciò che uno dei più competenti: il Bonghi, diceva l'anno scorso alla Camera dei Deputati; deplorando che si trascurassero gli scavi delle antichità di Magna Grecia, e si profondesse tanto denaro a scavi di antichità romane di cui il mondo letterario ne è quasi stufo. Eppure, nessun nostro Deputato si fa vivo più a patrocinare quest'opera, anche nell'interesse locale del Collegio. Non si fa vivo il Municipio, non fiata a sua volta la Provincia, e dormono grossi sonni, invece di fare eccitamenti al Governo a correre anche con un contributo a quest'opera, che non ha solo grande interesse scientifico, ma uno economico di primaria importanza; perché il giorno in cui si scoprisse il piano dell'antica Sibari, non diverrebbe quel luogo la meta di un pellegrinaggio Europeo; e non diverrebbero queste contrade nostre il richiamo dei grandi visitatori e dei touristes dei due emisferi?.

E si era già preso a raggiungere questo scopo; si era già scoperta una necropoli greca, che formò la meraviglia dei dotti che studiarono la forma di quella, e le lamine di oro scritte con le leggende greche o squarci dei poemi orfici come le dichiarò il prof. Cemparetti nell'Accademmia dei Licei; dove fece una splendida dissertazione sui nostri scavi! Ed anche a questa intera necropoli, ormai rivelata ai nostri occhi, nessuno pensa più! Non si cura nessuno dei canti orfici incisi sulle laminette d'oro, che portava con s'è ogni cadavere delle tante tombe di quella necropoli rimaste tutte indotte salvo tre laminette che furono depositate come una rarità al Museo di Napoli.

Chi non sà crede che potesse fare qualche cosa l'Ispettore, che è il Sig. Guglielmo Tocci; ma bisogna sapere che il suo impiego è puramente onorario, conferitogli dal Bonghi quando era il Tocci Deputato e il Bonghi Ministro, che prima accolse e mise in atto la proposta di questi scavi fatta dal Tocci: e che questi non ha fondi per questo impiego, né stipendio, né altra ingerenza fuorché quella di presiedere alle direzione dei lavori, quando il Governo somministra i fondi e manda il personale tecnico.

Si scuotano, si scuotano una buona volta, Deputati, Municipio e Provincia, e specialmente il Municipio da cui dovrebbe partire l'iniziativa, perché ha il maggiore interesse immediato. Sono queste le vere opere che onorano e fanno la fortuna di un popolo. E sì che queste farebbero la vera Istoria di Corigliano, quella storia, che quando è fatta a modo e con criteri elevati è vita di un popolo; storia per cui si dimostra, e giustamente, così premurosa la Rappresentanza Municipale!

(Il Popolano n° 7 del 19 aprile 1885)

Il Popolano n. 10 del 31 maggio 1885

Il Popolano n. 11 del 18 giugno 1885

Da "Il Popolano" N. 22 del 3 dicembre 1885

Un nuovo acquisto

Abbiamo da poco fra le gambe un miope fraticello rispettoso, che alloggia … nel convento di S. Francesco.

Lo sappiano le donne gravide e non abbiamo paura se qualche sera lo vedranno entrare accompagnato nel convento suddetto.

Che diamine! Un monaco in erba che va a pregare insieme ad una delle vecchie conoscenze di frate Demetrio… 

Il resto a voi onorandi mariti col freddo nel sangue, che pur sapete che noi che scriviamo per aprirvi gli occhi siamo pagati.

(Il Popolano N. 22 del 3 dicembre 1885)

Da "Il Popolano" N. 24 del 16 gennaio 1885

AVVISO

Gennaro Falcone, incaricato a trasportare la Posta da Corigliano alla Stazione e viceversa, fa noto al pubblico, che nella sua carrozza a due cavalli, con sei posti interni, riceve passagieri che devono scendere o salire dai suddetti luoghi, fissando i seguenti prezzi: di giorno cent. 40 - di notte ceni. 50. Chi vorrà profittarne potrà esser certo di trova re comodità e sicurezza

(Il Popolano N. 24 del 16 gennaio 1885)