Correva l'anno 1879


Alla ricerca di Sybaris.

Il ritrovamento nel 1879 delle auree laminette orfiche in una inedita lettera a Guglielmo Tocci

di Luigi Petrone              

 

Da secoli pezzi di coccio e stateri incusi - le rarissime monete d’argento - affioravano casualmente tra i campi ma, della mitica città di Sybaris, inutilmente se ne trovavano i resti. Eppure era lì, come ricordava il poeta Girolamo Garopoli nel suo Il Carlo Magno (1655), o i reperti in casa di Don Domenico Solazzi Castriota. Il 23 marzo 1879 nella campagna di Corigliano, ai timponi di Favella, è ritrovata un’antichissima tomba. Cosicché quando Francesco Saverio Cavallari, Direttore del museo archeologico di Siracusa, rinvenne quest’arcaico sepolcreto tutti gridarono alla fatidica città magnogreca.

Autentico promotore di quelle ricerche era stato Guglielmo Tocci, già deputato al Parlamento, che in qualità di Ispettore onorario degli Scavi e Monumenti, si era prodigato affinché il Governo destinasse, una piccola parte del bilancio dello Stato riservato agli Scavi nazionali, anche per la ricerca di Sibari. Traccia di quell’avventura affiora ora in un’inedita lettera indirizzata a Guglielmo Tocci da Giuseppe Fiorelli (Napoli 1823-1896), celebre archeologo e numismatico, professore di archeologia all’Università di Napoli e direttore del locale Museo.

La missiva, a firma autografa del Fiorelli, è una lettera di 2 facciate in 4°, datata Roma 27 marzo 1880, con oggetto la dicitura “Scavi di Sibari”, ed è diretta a Guglielmo Tocci Ispettore degli Scavi e Monumenti. Questa lettera è la risposta a due precedenti missive inviate dal Tocci il 15 e il 18 marzo dello stesso anno1, dove informava il Fiorelli sull’esito del proseguimento degli scavi dopo la scoperta della tomba e i cui lavori continuavano ora sotto la direzione dell’ing. Luigi Fulvio. Dallo scoprimento di quella tomba si rinvennero, piegate, due auree laminette, del diametro di pochi centimetri, sulle quali vi era inciso il rituale orfico che serviva per accompagnare il viaggio nell’Ade di un defunto dell’antica Thurium.

Nella lettera del Fiorelli emerge tutto il rigore scientifico dell’archeologo che raccomanda che << i lavori procedano con rigore di metodo, e che si tenga stretto conto di tutte le più minute particolarità che accompagnarono le scoperte…gli oggetti dovranno essere tutti numerati e ricordati col proprio numero nella relazione dello Scavo e nel giornale, secondo fu praticato nel decorso anno >>. L’archeologo napoletano si congratula con il Tocci per il rinvenimento del sepolcro e raccomanda che i lavori degli operai avvengano con la massima attenzione. Quando ai “pezzettini d’argento” (le auree laminette), chiede che siano inviate quando ce ne sarà l’occasione e con le dovute cautele. Consiglia infine che nella relazione da farsi sulla scoperta sia utilizzata la pianta topografica dell’agro Sibaritico redatta dal Cavallari.

Ma ecco per intero quanto scrisse il Fiorelli.

<<Roma, addì 27 Marzo 1880. Spero che a quest’ora trovisi costà l’Ing. degli Scavi Signor Fulvio, e che egli abbia potuto assistere colla S.V. allo scoprimento della tomba. Godo al sentire che l’egregio Sig. Barone Compagna, dando nuove prove del suo favore per gli Studi, abbia ordinata sollecitamente la sospensione delle opere nel luogo ove i lavoratori rimisero allo scoperto una tomba. E’ mestieri che i lavori procedano con rigore di metodo, e che si tenga stretto conto di tutte le più minute particolarità che accompagnarono le scoperte. Non occorre che Ella mandi subito i pezzettini di argento, ma che aspetti la occasione più sicura per farli giungere colle dovute cautele. Desidero che il Sig. Fulvio tenga conto della pianta topografica dell’agro Sibaritico redatto dal Cavallari, e edita nelle Notizie, sia per riferirvisi nella relazione che egli dovrà fare, sia per conoscere ove sia il caso i punti che lo meritassero. Gli oggetti dovranno essere tutti numerati e ricordati col proprio numero nella relazione dello Scavo e nel giornale, secondo fu praticato nel decorso anno.

D’Ordine del Ministro. Il Direttore Generale Fiorelli>>.

 

Ora sappiamo che non si trattò della scoperta di Sybaris arcaica; questa giunse quasi cent’anni più tardi, nel 1969. Ma allora, quella scoperta fece sognare e pensare di aver finalmente trovato la mitica Città magnogreca. 

 

10 ottobre 2007



1 Regno d’Italia. Ministero dell’Istruzione Pubblica. Direzione Generale dei Musei e degli Scavi di Antichità. N.di posiz. 56.1.1, N. di prot. Gen. 13112:13473, N. di partenza 2217. Risposta al foglio del 15 e 18 marzo – Oggetto. Scavi di Sibari. Archivio Privato.