Correva l'anno 1905

Il Popolano n° 6 del 10 aprile 1905

CORIGLIANO. VOGLIA DI CINEMA.

 

Il cinema è arrivato a Corigliano nel 1905, primo in Calabria e quinto in tutta l’Italia del sud. A portarlo nella nostra città ci pensò il giovane rampollo di una benestante famiglia: i Dragosei.

Francesco, rimasto orfano di padre giovanissimo, cresciuto perciò senza il controllo paterno, dotato di spirito di avventura e senza una seria occupazione, era particolarm...ente attratto dalle novità.

Aveva già fondato una filodrammatica, per la quale organizzò delle rappresentazioni teatrali, che lo videro regista ed interprete, ma quando sentì parlare del cinematografo, realizzò che sarebbe stata una buona idea impiantarne uno anche nel nostro paese.

Acquistò il proiettore, allestì la sala cinematografica, comprò le sedie e quant’altro era necessario per la realizzazione dello spettacolo, facendo ricorso alla vendita di alcuni beni di famiglia.

Mancava però un altro elemento importante per far funzionare la macchina per la proiezione. Mancava la corrente.

Si batté a lungo, soprattutto con il suo giornale, contro l’amministrazione comunale di allora, perché fosse realizzata una centrale elettrica, che, oltre a permettere il funzionamento del proiettore, avrebbe anche portato a modernizzare l’illuminazione pubblica e tanti altri benefici. Tirò fuori argomenti vari, dalle nuove comodità al progresso civile. Non ci fu niente da fare: la gente era abituata ai lumi a petrolio e del progresso non ne capiva i benefici.

Decise, allora, di provvedere da solo e perciò si recò al Nord, dove trovò ed acquistò una macchina gigantesca e molto costosa, chiamata locomobile, che serviva a produrre energia elettrica.

Era in realtà una macchina a vapore di quelle che di solito venivano usate nelle campagne del Nord, più progredite.

Ovviamente per l’acquisto della stessa furono venduti altri beni, soprattutto terreni fruttiferi.

Una volta trascinato fino in paese questo colosso con quattro ruote, che sembrava una locomotiva, si pensò di collocarlo nella sala di proiezione. Ma, oltre ad occupare troppo spazio, faceva un terribile rumore, che infastidiva gli spettatori, nonostante che il film fosse senza sonoro. Insomma faceva venire dei formidabili mal di testa e se pensiamo che non era ancora stata inventata l’aspirina, il problema era evidente.

Allora venne portata fuori, ad una certa distanza, e le furono bloccate le ruote con legami che la facevano apparire come un animale selvatico impastoiato.

Le prove riuscirono bene, tutto funzionava alla perfezione e tutti i cittadini vollero vedere come era la luce prodotta da quelle palline di vetro, che vollero anche toccare, ricavandone spesso delle scottature. Ed insieme allo stupore per la novità, il nostro dovette incassare anche qualche critica dai nemici del progresso.

Dopo un viaggio a Roma dove prese in affitto le pellicole da proiettare , si allestì il primo spettacolo che prevedeva un cinegiornale, due comiche ed un dramma d’amore intitolato “Amor omnia vincit”.

Notevole fu l’afflusso di gente, che si riversò anche dai paesi vicini, per assistere allo spettacolo e molti rimasero fuori per esaurimento posti.

Improvvisamente, mentre il pubblico in sala urlava e commentava a gran voce le immagini che scorrevano sullo schermo e fuori la gente aspettava l’uscita dei fortunati, affinché riferissero di ciò che avevano visto, si sentì un rumore spaventoso di ferraglia e le urla della gente spaventata che scappava per mettersi in salvo.

Era accaduto che la macchina, come un animale selvaggio che aveva rotto le pastoie, si era incamminata, lentamente ma inesorabilmente, verso la discesa, da dove, dopo aver rischiato di portare lutti e rovine, aveva raggiunto i campi, luoghi che, evidentemente, considerava a lei più congeniali: una sorta di richiamo della foresta.

La storia ci racconta come finì la corsa: come la locomotiva di Guccini andò a sfracellarsi e finì in mille pezzi, frantumando, se non i sogni di vendetta, certo gli aneliti di progresso, che si affacciavano, faticosamente, alla ribalta del nostro, già da allora, sfortunato paese.

 

Queste notizie, così come tante altre interessanti, sono reperibili sul bel libro di Ernesto Paura: CORIGLIANO RITROVA IL CINEMA TEATRO "VINCENZO VALENTE"

Fonte : post di Giuseppe Pellegrino pubblicato su Facebook

Il Popolano n. 13 del 7 settembre 1905


Il Popolano n. 15 del 7 settembre 1905