Correva l'anno 1742

Gli Ecclesiastici nel 1742 a Corigliano

 

Nel 1742, Corigliano, con una popolazione un po’ meno di 7.000 abitanti, contava un prevosto della Collegiale Chiesa di S. Pietro; un primicerio e parroco della chiesa di S. Giovanni; un arciprete e parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore (S. Maria della Piazza); un parroco di S. Maria di tutti i Santi (Santoro); un parroco di S. Luca; un rettore della Venerabile Congregazione dei Sette Dolori; un rettore della Venerabile Chiesa di Nostra Signora della Schiavonea; quarantatre sacerdoti; un diacono, due suddiaconi, ventidue chierici: un complesso di settantacinque reverendi, tra i quali vi erano pure due ex ammogliati.

Praticamente, un reverendo ogni circa 93 abitanti.

Ecco i nomi di questi ecclesiastici

1.    Rev. don Attilio Abate Morgia, sacerdote e gentiluomo di questa città, il quale per essere stato precedentemente coniugato con la fu Signora donna Anna Castrioti, tiene l’infrascritti figli: don Giammaria, sacerdote di anni 30 e dottore di ambo le leggi; don Carlo Maria, chierico di anni 27; don Gennaro Maria, di anni 25; suor Maria Modesta, suor Maria Barbara, suor Maria Teresa, suor Maria Antonia, suor Maria Agnese, tutt’e cinque monache professe corali in questo Venerabile Monastero di Santa Chiara. Abita in casa propria palazziata, posta nella Piazza del Fondaco.

2.    Rev. don Attilio Di Gaudio, di anni 58, che abita in casa propria, alla contrada della Piazza dell’Acquanova;

3.    Rev. don Alessandro Grisafi, di anni 68, Preposito della Collegiata Chiesa di S. Pietro e Paolo e che abita col fratello, don Carlo Maria, in casa propria posta sotto il Lisguardo;

4.    Rev. don Antonio Santoro, di anni 36, Rettore della Venerabile Congregazione dei Sette Dolori e Cappellano di alcuni oratori dentro questa chiesa eretti;

5.    Rev. don Achille Abate Capalbo, di anni 33, che abita in casa propria allo Spontone;

6.    Rev. don Carlo Maria Grisafi, di anni 65, parroco di S. Luca;

7.    Rev. don Carlo Maria Montera, di anni 26, che abita in casa del padre alla Ricella;

8.    Rev. don Carlo Maria Abate Oriolo, di anni 56, che abita alla Riforma;

9.    Rev. don Domenico La Pietra, di anni 55, che abita in casa del fratello Magnifico Giovanni nella contrada di san Nicola.

10.Rev. don Domenico Spinoso, di anni 25, che abita in casa del Magnifico Carlo Matarango, suo padrino, alla contrada di S. Chiara.

11.Rev. don Ettore Abate Capalbo, di anni 36, parroco di Ognissanti, che abita allo Spontone.

12.Rev. don Francesco Malavolti, di anni 36, Arciprete e gentiluomo, abita in casa propria allo Spontone.

13.Rev. don Francesco Spadaro, di anni 71, il quale essendo stato coniugato tiene un figlio, don Domenico, coniugato con prole, abita in casa propria in loco detto Sotto Santa Maria;

14.Rev. don Francesco Cananea , di anni 33, che abita in casa del padre, Magnifico Eliseo, Sotto Santa Maria;

15.Rev. don Francesco De Luca, di anni 65, che abita in casa propria a san Martino.

16.Rev. don Francesco Casace, di anni 29, che abita in casa del fratello, Magnifico Carlo Antonio, alla contrada di S. Francesco di Paola;

17.Rev. don Francesco Pagliaminuto, di anni 64, che abita in casa locata posta nel luogo ove dicesi il Palazzo del Principe (Casa della Corte), vicino la casa do Giulia Calabrese;

18.Rev. don Francesco Orlando, di anni 27, che abita in casa propria al Cozzo della Castagnella, col fratello bracciale;

19.Rev. don Felice Abenante, di anni 37. Abita in casa propria in Piazza del Muro Rotto ;

20.Rev. don Attilio Chirico, di anni 81, che abita al Casalicchio

21.Rev. don Giuseppe Chirico, di anni 30, Procuratore  del Clero di S. Pietro, che abita al Casalicchio

22.Diacono Francesco Guido, di anni 24, che abita col fratello al Cozzo della SS Trinità;

23.Rev. don Felice Marchese, di anni 64, che abita in casa propria al Fosso;

24.Rev. don Gaetano Fino, di anni 50, che abita in casa propria

25.Rev. don Gian Maria Morgia, di anni 30, Dottore d’ambo le leggi, che abita col padre alla Piazza del Fondaco;

26.Rev. don gennaro Galante, di anni 28, che abita in casa del padre alla contrada Santoro;

27.Rev. don Giacomo Seminara, di anni 30, che abita in casa del padre alla contrada della SS Trinità;

28.Rev. don Giacomo Caruso, di anni 73, che abita in casa propria, loco detto la Strada della SS Trinità;

29.Rev. don Giovanni Battista Pisani, di anni 27, che abita in casa del padre, Paolo, alla Portella;

30.Rev. don Giovan Battista Oliviero, di anni 28, che abita in casa propria

31.Rev. don Giovanni De Rosa, di anni 33, che abita in casa propria al Cozzo della Castagnella, insieme al padre Gaetano.

32.Rev. don Giuseppe Bomparola, di anni 55, che abita in casa propria a Cerria;

33.Rev. don Giuseppe Antonio Oriolo, di anni 39, che abita in casa del Magnifico Alessandro Persiani;

34.Rev. don Giuseppe Drogo, di anni 50, che abita in casa locata di Alessandro Cassano;

35.Rev. don Giuseppe Leotta, di anni 50, che abita in casa locata nel luogo detto Acquanova;

36.Rev. don Giuseppe Meligeni, di anni 55, che abita in casa propria in luogo detto San Lucia;

37.Rev. don Giuseppe Taranto, di anni 26, Procuratore del Clero di S. Maria della Piazza, che abita al Cozzo della Castagnella;

38.Rev. don Giuseppe Caruso, di anni 37, Primicerio e Parroco della Chiesa di S. Giovanni, che col fratello

39.Rev. don Orazio Caruso, di anni 24, abitano in casa propria in loco detto Serraturo;

40.Rev. don Giovambattista di anni 25, che abita in casa del padre don Alessandro sotto il Lisguardo;

41.Suddiacono Gennaro Di Gaudio, di anni 22, che abita in casa del padre Domenico, alla contrada della Ricella;

42.Rev. don Giovanni Giordano, di anni 27, che abita in casa di suo padre Marco Antonio, a San Nicola;

43.Rev. don Giovanni Terzi, di anni 40, che abita in casa propria alla Fontana alla Fontana Nuova;

44.Rev. don Giovambattista Giordano, di anni 60, che abita in casa del fratello Marco Antonio a San Nicola;

45.Suddiacono Giacomo Navale, di anni 21, che abita in casa del padre Giuseppe, sotto il Lisguardo;

46.Rev. don Giovanni Toscano, di anni 49, abitante in Napoli per la guida del nipote Pasquale, colà dimorante causa studiis – Rettore della Venerabile Chiesa di Nostra Signora della Schiavonea;

47.Rev. don Leonardo Pisani, di anni 65, che abita in una casa del fratello mastro ferraro, Marco Antonio, per gratitudine, posta Sopra i Canali;

48.Rev. don Luca Mezzotero, di anni 61, che abita con il fratello don Alessandro all’Acquanova;

49.Rev. don Luca Casace, di anni 30, che abita in casa propria alla contrada della SS Trinità;

50.Rev. don Ottavio Luzzi, di anni 31, che vive col padre Gerolamo in contrada S. Maria;

51.Rev. don Pietro Giacomo Grisafi, di anni 30, abitante in Napoli causa studiis;

52.Rev. Don Pietro Giacomo Maida, di anni 28;

53.Rev. don Pietro De Rosis, di anni 53;

54.Chierico don Alessandro De Rosis, cappellano di benefici de famili, che abita alla Portella;

55.Chierico don Baldassarre Magri, Cappellano di benefici de famili;

56.Chierico don Domenico Todarelli, Cappellano di benefici della famiglia Persiani, che abita in casa propria nella contrada della Giudeca;

57.Chierico don Nilo Bianco, Cappellano di benefici della famiglia di don Marco Malavolta, abita in casa propria nella contrada della SS Trinità;

58.Chierico don Marco Antonio Epifanio, che abita in casa propria col fratello in loco avanti le Monache;

59.Chierico Bernardo Francesco;

60.Chierico Giacomo Corrado;

61.Chierico don Antonio Dell’Acquila;

62.Chierico don Chiaramonte Domenico;

63.Chierico don Giardino Francesco;

64.Chierico don Giuseppe Migliaccio;

65.Chierico don Giovambattista Malagrinò;

66.Chierico don Antonio Mazziotti, che abita col fratello Giuseppe, farmacista;

67.Chierico don Carlo Maria Tagliaferri;

68.Chierico don Giovanni Costa di Domenico;

69.Chierico don Domenico Citrea;

70.Chierico don Giovanni Sollazzo;

71.Chierico don Carlo Maria Solazzo;

72.Chierico don Achille Castriota;

73.Chierico don Carlo Alice di Francesco;

74.Ex Chierico coniugato Domenico Marchese;

75.Ex Chierico coniugato don Giuseppe Ranfo, da Bisignano;

I preti devono avere a titolo di sacro patrimonio, esenti da tasse,  ducati 25 di rendita a tenore della Tassa Diocesana.

Oltre ai beni stabiliti erano ammessi a costituire detta rendita anche i semoventi (animali vaccini) sia per disposizione della Curia Arcivescovile di Rossano che della Regia Camera.

Però a tenore delle istituzioni reali la vendita dei semoventi era fissata a metà.

Il Convento delle Clarisse nel 1742

 

Fondato nel 1634, come risulta dagli atti del Notaio Gaetano Varcaro, fu il più importante Convento di Corigliano. Fra le regole la più importante era quella che le professe non potevano essere più di 25 e che ognuna doveva portare da casa una dote di 300 docati, ed il denaro doveva, per legge, sanzionata dal governo e dal Pontefice, impiegarsi nell’acquisto di beni stabili. Di conseguenza il Convento era ricchissimo e vi entravano solo quelle che provenivano da un buon ceto sociale. Le candidate che superavano il numero di 25 dovevano portare in dote 700 docati.

Nel 1742 le Clarisse del Convento erano:

1)     Suor Anna Maria De Rosis, con un livello di docati 10;

2)     Suor Giuditta Abenante, con un livello di docati 10;

3)     Suor Antonia Maria Mezzotero, con un livello di docati 3;

4)     Suor Innocenza Abenante, con un livello di docati 10;

5)     Suor Margherita Grisafi, con un livello di docati 5, di anni 22;

6)     Suor Maria Chiara Capalbo, con un livello di docati 4, di anni 31;

7)     Suor Angela Maria Capalbo, con un livello di docati 6, di anni 27;

8)     Suor Anna Teresa Verderame,con un livello di docati 6

9)     Suor Maria Angela Luzzi, con un livello di docati 10

10)Suor Maria Modesta Morgia, con un livello di docati 15;

11)Suor Barbara Morgia, con un livello di docati 15;

12)Suor Teresa Morgia, con un livello di docati 15;

13)Suor Antonia Morgia, con un livello di docati 15;

14)Suor Agnese Morgia, con un livello di docati 15;

15)Suor Maria Francesca Magrì, con un livello di docati 15;

A distanza di 30 anni, nel 1772, nel Convento delle Clarisse, ancora, vivevano le cinque sorelle Morgia, Modesta, Barbara, Teresa, Antonia e Agnese; Suor Angela Luzzi; Suor Anna Teresa Verderame; Suor Angela Maria Capalbo; Suor Chiara Capalbo e Suor Maria Francesca Magrì. Nel frattempo erano entrate Suor Maria Colomba del fu Luca Garetti, col livello di docati 10, Suor Maria Maddalena De Rosis di Scipione col livello di docati 15 e Suor Maria Giuseppa Capalbo.

La consistenza, però, delle Monache nel 1742 era maggiore effettivamente di quella sopra elencata, perché nella dichiarazione censuaria di quell’epoca troviamo annotato che nel Monastero di S. Chiara vivevano “28 monache vergini claustrali della medesima religione ed 8 converse, e di fuori viene servito da una serva e da un servo

Veramente ricche le Clarisse di quel tempo perché possedevano beni numerosi con rendite rilevanti. L’accertamento che la Commissione del General Catasto accertava a loro nome, o meglio a nome del “Venerabile Monistero sotto l’Invocazione e titolo di S. Chiara” annotava “In primis possiede detto Monistero varii corpi stabili di olive, e terre in varii luoghi di questa città di Corigliano.”

“Un oliveto luogo detto Gallica, che rende annuii docati 86 e tarì 2”;

“Un altro luogo detto Costa, che rende annui carlini 36”;

“Un altro chiamato l’Olivicello sopra il molino, che rende annui carlini 33”;

“Due altri oliveti chiamati Spissa e Mari”, che rendono annui docati 18:;

“Un altro chiamato Lo Strittolo, che rende annui docati 48”;

“Un altro nel luogo ove dicesi Crepacore, che rende annui carlini 21”;

“Due altri oliveti contigui chiamati Scianna e Ciciriello, che rendono annui docati 16 e grana 40”;

“Un altro oliveto chiamato Vallone Cupo, che rende annui docati 5 e grana 40”;

“Un altro oliveto chiamato Specchiale, che rende annui carlini 18”;

“Un altro oliveto loco detto Conforto, che rende annui docati 59 e tarì 1”;

“Un altro nel luogo Gennariti, che confina col reverendo don Antonio Di Gaudio e la Magnifica Cornelia Toscano, che rende annui docati 6 ed 1 tarì”;

“Una vigna loco detto Marcherse, che presentemente non frutta e si sta rinnovando”;

“Più un comprensorio di querce in loco detto Gennariti, che rende annui carlini 18”;

“Possiede in luogo detto Favella una tenuta di terre aratorie con torre, affittata a Leonardo Lisina, per tomola 101 di grano, che alla voce legale sono docati 89 e carlini 6”;

“Un altro territorio di terre seminatorio in luogo detto Pannello, affittato al Magnifico Giuseppe Adimari perannui tomoli 27 e mezzo di grano, che alla voce legale sono docati 26 3 grana 80”;

“Esige per tanti terraggi di lino, fave entro li suddetti corpi di olive annui docati 6”;

“Più esige da diversi per tanti canoni enfiteutici minuti sopra varii possessioni in luoghi diversi annui docati 13 e grana 69”;

“Più varie case in varii luoghi di questa città, affittati a diversi, per annui docati 45 e grana 30”;

“Più possiede un castagneto sito e posto nel luogo detto Labonia, di rendita annui carlini 20”;

“Più possiede nel luogo detto Ligoni pochi piedi di celsi neri”;

“Più nel luogo detto Marchese, un vamino di cuocer creta, affittato per carlini 10”;

“Più possiede i seguenti censi redimibili”.

Esigono dall’eredi del fu Don Giacinto Astone per lo capitale di docati 230, annui docati 43 e grana 80”;

“Da Girolamo Varcaro e Antonio Salimbeni, per lo capitale di docati 34, annui carlini 29”;

“Dal Magnifico Antonio Alessadria, per lo capitale di docati 10, annui carlini 12”;

“Dal Magnifico Antonio Maria e Domenico Citrea, per lo capitale di docati 100, annui docati 8”;

“Dal Chierico Antonio Mazziotti, per lo capitale di docati 50, annui docati 3,50”;

“dalla Magnifica Dianora Drogo, per lo capitale di docati 50, annui docati 4”

“Dall’eredi del fu Antonio Guido, per lo capitale di docati 200, docati 10”;

“Dal Magnifico don Baldassarre Sollazzi, per lo capitale di docati 250, annui docati 15 e grana 50”;

“Dal Magnifico don Francesco Menzotaro, per il capitale di docati 28, annui docati 2”;

“Da Francesco Calopezzati, per lo capitale di docati 30, annui docati 2 e grana 40”;

Contro queste rendite che per il tempo erano davvero ragguardevoli il “Monistero” pagava i seguenti pesi:

“Alla Badia del Patire, per le olive della Forestella e quelli di Gennariti e per le castagne, annui docati 4 e grana 25”;

“Alla Badia de Ligno Crucis per la Spissa, annui grana 35”;

“Al convento del Carmine per le olive dello Strittulo, docati 2 e grana 60”;

“Alla parrocchia Primiceriale per le suddette olive, grana 30 annui”;

“Alla Ducal Corte, annui grana 10”;

“Al Cappellano per l’elemosina di una messa quotidiana, che sono forzati a far celebrare dette monache in virtù della loro Bolla di fondazione, sono docati 43 e grana 80”;

“Al rettore della chiesa del Sant’Angelo Custode per tre messe la settimana da celebrarsi in detta chiesa, jus patronato del Monistero per l’anima del fu Ottavio Cioffo, annui docati 18”;

All’inventario seguono le firme dei componenti la Commissione; “Nicolò Mezzotero, deputato; Baldassarre Sollazzo, deputato; Dott. Domenico astone, deputato; Giuseppe Giardina, deputato; segno di croce di propria mano di santo Di gaudio, deputato; Giuseppe Casella, regio Pubblico Agrimensore; Giuseppe Adimari, Regio Pubblico Agrimensore; segno di croce propria mano di Giacomo di Luca, apprezzatore; segno di croce di propria mano di Scipione Bafaro, apprezzatore; N. Costa, Cancelliere”.

(Dal Cor Bonum del 1963)