Chiesa Ognissanti

Denominazione :Santa Maria di Ognissanti

Descrizione : È situata nella zona del paese che anticamente veniva indicata come la Giudecca; successivamente fu definito “rione Ognissanti” l’insieme delle abitazioni che circondavano la chiesetta. La chiesa dovrebbe risalire all' XI secolo, come attestava una vecchia pergamena ritrovata durante i lavori di rifacimento del 1857 e andata poi perduta. In cima, un campanile a vela contiene due campane; la più grande risale al 1635 e la più piccola fu costruita nel 1750.
Indirizzo : Piazza Municipio

Così, nel 1884, su Crono-istoria di Corigliano Calabro, Giuseppe Amato scriveva :
La terza Chiesa è quella di tutt'i Santi, o Santoro  la quale era ufficiata da quattro sacerdoti, oltre il Parroco.  Fu fabbricata nel 1107, a spesa del popolo, come dissi nel  capitolo primo. Compruova ciò la pergamena, trovata chiusa  in un astuccio di metallo, in un angolo della chiesa, quando  nel 1857 fu l'istaurata a spesa e cura del suo Parroco Infantino De Gaudio — È una piccola chiesa, quasi senza rendita, ma mantenuta benissimo, e benissimo ufficiata.

 

La chiesa di Santa Maria Omnia Sanctorum, detta anche Chiesa di Ognissanti o Santuoro, si trova nella zona più antica del paese che veniva indicata come la Giudecca. Successivamente fu definito "Rione Ognissanti", l'insieme delle abitazioni che circondavano la chiesetta.

L'esterno si presenta semplice nella struttura con un portone di legno, in cima un campanile a vela. Contiene campane ; la più grande risale al 1635 e la più piccola fu fabbricata nel 1750. Sul cornicione della navata, tra un finestrone e l'altro, sono inserite delle frasi alla Vergine. Sulla sinistra, accanto alla porta d'ingresso acquasantiera in pietra a forma di conchiglia, rispecchia la semplicità e la povertà della chiesetta. La chiesa dovrebbe essere sorta nell'XI secolo, come attestava una vecchia pergamena ritrovata durante i lavori di rifacimento del 1857 e poi andata perduta. L'attestazione in latino diceva: <<Questa casa di Dio fu edificata a spese del popolo nell'anno 1107>>. Il primo registro parrocchiale rinvenuto risale al 1589 e si ha notizia che fosse una delle parrocchie più importanti di quel tempo. Nel 1700 la chiesa aveva, oltre all'altare maggiore, altre cinque cappelle gentilizie. Nel 1806 fu devastata e saccheggiata dai francesi, fu restaurata nel 1857. Poichè le Fondazioni non erano abbastanza solide, negli anni successivi subì diversi consolidamenti. La Chiesa è stata Parrocchia fino al 1986, anno in cui è passata sotto la giurisdizione della Parrocchia di San Pietro. In fondo alla navata, sul piccolo presbiterio sollevato da un gradino, vi è un  altare in muratura e su di esso una nicchia che contiene la Madonna di OgnissantiLa statua fu scolpita direttamente nella pietra, probabilmente da un muratore. Si narra che i francesi, durante il saccheggio, volevano distruggerla togliendola dalla nicchia, ma non riuscendovi, ruppero uno dei piedi, il cui pezzo si conserva ancora oggi nella sagrestia. La statua della Madonna di Ognissanti, se pur non possiede tanto valore artistico, ha la sua importanza storica ed un certo fascino per il suo carattere un po' primitivo. Lungo la navata, sul lato sinistro, incorniciata da stucchi, si trova una tela settecentesca raffigurante una Crocifissione. Più avanti si conserva un pulpito-confessionale in legno. Sul cornicione, sempre sulla sinistra, si aprono tre finestroni che assicurano una discreta illuminazione alla Chiesa. Nella stessa cornice di stucchi, una tela della recente Madonna del Rosario è stata eseguita dall'artista locale Ida De Rosis. E' da notare la graziosa  Via Crucis in gesso, policroma risalente agli inizi del secolo scorso Vicino all'altare maggiore, sul lato destro, si apre una cappella appartenuta ai Baroni De Rosis, un altare con in muratura e su di una tela settecentesca. Nella cappella, un'altra  tela del 1857, dipinta da Gaetano Adamo rappresenta una Madonna con San Giorgio. il tetto in  cassettoni risale al XVIII secolo. E' da notare che sul lato destro, rispetto alla porta, sul cornicione i finestroni sono solo finti. Sulla porta d'ingresso vi è la  Cantoria dove è conservato un piccolo organo con canne realizzato da Domenico Magini.

L'altare
L'altare

Ognissanti o di Santoro (XII sec.). 

Poche le fonti storiche anche se alcuni riferimenti documentari certi su l’ecclesia de Sanctorio ci portano al Cinquecento. Alla fine del Settecento (1783) per un periodo passò alle dipendenze della chiesa di San Pietro. Nel 1887 a causa di alcuni dissesti la vecchia chiesa rovinò in gran parte al suolo e l’edificio venne ricostruito con un orientamento diverso rispetto alla fabbrica precedente. L’orientamento della chiesa fu invertito con conseguente trasformazione del presbiterio in vestibolo. I lavori intrapresi nel 1889 furono ultimati nel 1904. Presenta una sobria facciata mentre l’interno, sull’altare maggiore, una nicchia accoglie la statua di una Madonna con il Bambino del XIII sec. L’unica cappella di questa chiesa, jus patronato della famiglia (De Rosis) che contribuì alla ricostruzione, si apre a destra del presbiterio. Sulla pala si vede una Natività realizzata alla fine del ‘700. Una Crocifissione ed una Madonna con San Giorgio dipinta da Gaetano Adamo nel 1857 sono le altre tele degli altari laterali. L’arredo sacro fu completato nel 1728 con un organo a due ante realizzato da Domenico Magini, sistemato sulla cantoria posta sull’atrio d’ingresso. Il soffitto ligneo è a cassettoni.
(Pro Loco di Coriglino Calabro)

(Il Popolano N. 1-2-del 30 gennaio 1904)

La chiesa d'Ognissanti 

Dopo parecchi mesi di assiduo lavoro, la nostra chiesa parrocchiale d'Ognissanti, può dirsi totalmente restaurata, e verrà forse riaperta al culto dei fedeli, il 2 del prossimo febbraio, festa della Purificazione di Maria SS. Solo chi conosceva lo stato miserando in cui si trovava quella chiesa, potrà valutare l'importanza dei miglioramenti che vi sono apportati. Più che un luogo dedicato al culto divino, essa sembrava una lurida stamberga, priva di aria, di luce, di decenza. Ora se non fosse per la località immutata si stenderebbe a riconoscerla. Il tetto è stato elevato di oltre due metri, e i finestroni di molto ingranditi danno all'interno della chiesa molta luce. Le pareti, gli altari abbelliti,cornici, cornicioni, colonne e capitelli, lavoro paziente del capod'arte Belluci Alfonso, non lasciano a desiderare. L'impalcatura, del tetto, fatto a cassettoni dal falegname Candia Giovanni, e lavorato a colori ed oro dal pittore Maresca fa proprio un bellissimo effetto. Tutte le cornici delle parete e degli altari sono anche ad oro, e vi si vedono dei bellissimi affreschi. Nuovi lampadari di varia dimensione completano l'interno della chiesa. Riformata anche in modo più regolare è stata la breve gradinata esterna: nuovo di pianta il frontespizio; più elevato il campanile. Insomma, la chiesa di Ognissanti ha ora acquistato l'aspetto di un luogo dedicato al culto, e nell'insieme è un'opera riuscitissima, alla quale furono spese alcune migliaia di lire. Di essa va data principalmente lode al Rev. Parroco Pasquale Vulcano che ne sostenne la spesa e ai bravi capid'arte Bellucci e Candia, nonché al pittore Maresca per la esatta esecuzione dei lavori.

1903 - Nomina di don Pasquale Vulcano a nuovo parroco. Per leggere il breve articolo, clicca qui

1908 - Morte di don Pasquale Vulcano. Per leggere il breve articolo clicca qui

1949 - Nomina di don Gigino Guido a nuovo parroco

Per leggere l'articolo, collegati alla prima pagina del Cor Bonum n.1 del 1950
http://www.coriglianocal.it/come-eravamo/correva-l-anno/1950

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Briciole... per non dimenticare

1° Novembre 1906
La festa di Tutti i Santi
La festa della Madonna di Ognissanti fu celebrata quest’anno con una solennità mai vista in quella Parrocchia. Oltre agli spari di mortaletti in tutto il novenario, vi fu nelle ultime tre sere giro di numerosi lampioncini accompagnati dalla musica, e illuminazione ad archi di acetilene dalla piazza del Popolo fino alla chiesa di Ognissanti.
Bellissime la illuminazione in chiesa e l’orazione panegirica. Chiuse la festa un grazioso fuoco artificiale, preparato da nostro pirotecnico Albamonte.
Le nostre pubbliche congratulazioni al rev. Parroco Vulcano, che seppe farci godere sì bella festa.
(Il Popolano n. 10 dell’8 novembre 1906)