'U Funnichi

di Gerardo Bonifiglio

'U Funnichi

Più che un vicinato , nel senso classico, "u Funnichi" è una piazza o poco più. Fondaco è un toponimo di origine araba (funduc) che in origine significava mercato. Nel medio evo però fu usato anche come sinonimo di magazzino. Non avendo avuto la dominazione araba ritengo ( con beneficio dell'inventario) che il nome sia arrivato a Corigliano con gli ebrei che come è noto si stabilirono nei pressi( "a Giudecca"). Oppure dai bizantini di San Mauro che anche loro si stabilirono nei pressi verso "i vasci" nel X° secolo e il loro centro religioso era proprio la chiesa di Santa Maria. La vivacità commerciale del fondaco, tuttavia, continuò fino a qualche decennio fa. Io vi arrivai verso la seconda metà degli anni '50. Era all'epoca una piazza vivissima e ricca di attività commerciali. A memoria ricordo almeno tre negozi di generi alimentari, un negozio di stoffe, due sarti, un tabacchino, un fruttivendolo, un falegname, un calzolaio, una farmacia, ed infine una cantina ("a cantina i Chjirichella" ) che nel bene e nel male rendeva il Fondaco una piazza sempre piena di persone , sempre viva. A renderla tale contribuivano anche i numerosissimi ragazzi che salivano "i ri vasci" e occupavano la piazza per i loro giuochi che seguivano le stagioni : "a mazza",  "u carruoccili",  "a petri i 31",  etc.etc.  Il massimo della vivacità però si aveva durante le interminabili partite "i palluni" che " U Sinnichi" simpaticissimo ed eclettico sarto con negozio proprio al fondaco organizzava durante i caldi pomeriggi estivi quando lo spazio della piazza non era ancora occupato dai primi grossi camion che parcheggiavano la sera. D'estate , all'angolo dove attualmente è situato un cassonetto dei rifiuti, si scaricavano montagne "munzielli" di cocomeri per la vendita. I venditori, ricordo che dormivano a guardia della loro merce per diverse notti. Di giorno, i numerosi passanti venivano invitati a comprare, e a prova della bontà dei frutti (ancora quelli rotondi con buccia di colore verde scuro e non molto grandi ) praticavano "u trastielli" che invitavano all'assaggio dei potenziali clienti. Un altro evento pieno di ricordi, era la sera del Venerdì Santo quando la piazza si riempiva fino all'inverosimile per la predica in occasione della processione. I palazzi Persiani e Morgia tra i più imponenti di Corigliano ne delimitano due lati. I contrafforti del castello con il rivellino fanno da sfondo a questa storica piazza. Appena all'angolo del palazzo Morgia, uno scorcio nascosto tra le abitazione della "vinella" che scende verso "i vasci" fa intravedere un tratto della "jumara" e della costa. Verso il mese di Aprile durante la fioritura delle zagare ,in particolare al tramonto, trasportato da un leggero venticello arrivava , in questo punto, un profumo che inebriava i passanti, ed io personalmente ne porto ancora dopo mezzo secolo il ricordo non solo nelle narici ma nell'animo. Per concludere mi piace ricordare una scena alla quale ho assistito verso la fine degli anni '50. Il tutto si svolse davanti alla fontana( "u canali i ru funnichi" ) vicino anche ad un vespasiano ("u pisciaturi) ora chiuso. Davanti alla fontana c'era sempre una coda di persone soprattutto donne che si approvigionavano di acqua quando ancora questa non arrivava in tutte le abitazioni. Ebbene, un pomeriggio mentre mi trovavo nei pressi, sentii un vociare convulso di donne e non mi fu difficile capire che si trattava di una "scerra". Questo tipo di controversie a volte duravano per più giorni. Ma tornando a noi, al culmine di quella puntata ad un certo punto una delle donne ,in segno di sfida, si sollevò la camicetta e mostrò il suo seno all'altra contendente. Mi risulta che questo comportamento era alquanto diffuso tra le popolane e nell'etnografia pare sia (era) diffuso in diverse culture.