'I Supr'i Canali (Vico IV Novembre)
di Saverio Ardito
Il vicolo

Il vicolo. … il mio vicolo!!! … E’ qui che sono cresciuto, è qui che ho trascorso gli anni più belli della mia vita, quelli della fanciullezza e della prima giovinezza!!! … Il mio vicolo, Vico 4°
IV Novembre, si trova sopra Piazza del Popolo, sopra “L’acqua nova”, “supri i canali”, come qualcuno ha commentato una foto che ritraeva la mia casa vista proprio da Piazza del Popolo!!! … Che
bello quel vicolo e come sembrava grande a noi ragazzi, pur essendo un piccolo spazio tra case ammucchiate e addossate l’una all’altra, quasi a testimoniare la comunione, l’affetto che allora
esisteva fra i vicini!!! … In tanti siamo cresciuti in quel vicolo, in tanti lo abbiamo amato perché rappresentava il nostro mondo, un mondo fatto di semplicità, di affetto, di umanità e di forte
solidarietà!!! … Da piccoli, nelle lunghe assolate giornate estive, eravamo buttati tutti la a fare mille giochi “mazza e truggh”, “u carruoccili”, “u bottamur”, “u ppà”, “u schaff”; sembravamo
abbandonati a noi stessi in quel vicolo, ma c’era sempre qualcuno, invece, che con discrezione e amorevolezza ci controllava, pronto a intervenire in caso di “pericolo”!!! ... Quante
meravigliose, estenuanti giornate vi abbiamo trascorso, quanti ricordi, quanti episodi, in massima parte belli, rimasti impressi nella mia mente rievocano la mia infanzia e quel mio splendido
vicolo!!! ... Come dicevo era il nostro mondo e ci sembrava immenso allora, tanto che nessuno di noi, terrorizzato anche dai genitori, si sognava di abbandonarlo per recarsi in posti vicini. A
volte, però, con fratelli o parenti più grandi, potevamo andare altrove, oltre il nostro vicolo, e per noi era come una conquista, come esplorare un nuovo continente. Questo capitava in special
modo nei periodi di San Giuseppe e San Francesco, quando nei vicoli di Corigliano era d’uso fare “i pagghiar”!!! … Tre serate spettacolari alla luce ed al caldo di un bellissimo falò. Si faceva
anche la gara fra i vari rioni di Corigliano a chi faceva il falò più alto e più luminoso!!! Si andava quindi tutti assieme, grandi e piccoli, “sopra l’Acquedotto” e con grande impegno si
raccoglievano arbusti, pezzi di legno e quant’altro poteva servire “ppi ru pagghiari”. Ci caricavamo come asini e trasportavamo quanto raccolto nel nostro vicolo, poi si preparava il falò, la
catasta di legna e arbusti ben ordinata, e a sera quando il vicolo si riempiva con tutte le persone del vicinato si dava fuoco al falò e si rimaneva incantati dalla bellezza e dai colori delle
fiamme che si rincorrevano con il fumo!!! … Si cantava tutti assieme a squarciagola e, inneggiando al nostro “pagghiar”, si denigravano quelli degli altri rioni. Dopo un bel po’ la catasta di
legna si consumava inesorabilmente, il fuoco e le fiamme scemavano e lasciavano il posto alla brace. Da ogni casa del vicolo si portava roba da mangiare e da arrostire, quanto ben di Dio tra
olive, salame, sardella, pane fatto in casa, melenzane sott’olio, caciocavalli e formaggio pecorino doc!!! ... Che profumo di carne arrostita e quanta gioia nei nostri occhi. Il vicolo in quei
momenti era un tutt’uno!!! Ecco quella era la vera essenza della comunità, l’affetto vero, il piacere di stare insieme e di condividere bellissimi momenti, fatti di niente ma che per tutti noi
valevano come un tesoro!!!
Spero di non avervi annoiato. Avrei ancora tanto da dire sul mio, sul nostro vicolo, mi riservo di tediarvi ancora con altri ricordi!!! … Un forte abbraccio a tutti!!!